La Pasqua di quest’anno in Ucraina si è svolta sotto il segno della paura e della repressione. I fedeli cattolici, soprattutto quelli delle regioni occupate dai russi, hanno celebrato la risurrezione di Cristo in modo clandestino, temendo bombardamenti mirati sulle chiese e la sorveglianza delle autorità russe.
Don Oleksandr Bogomaz, uno degli ultimi sacerdoti espulsi dai territori occupati, racconta: ‘Le parrocchie delle altre denominazioni sono state chiuse e svuotate’. La Chiesa greco-cattolica ha trovato rifugio nel web, dove celebra le funzioni religiose per una comunità che resiste in modo sotterraneo.
L’avanzata russa e l’obiettivo di Putin
L’annuncio di Vladimir Putin di voler conquistare Chasiv Yar entro il 9 maggio, data simbolica per la Russia che celebra la vittoria sulla Germania nazista, ha inasprito ulteriormente il conflitto. Le forze di Mosca premono con intensità nell’est dell’Ucraina, rivendicando progressi quotidiani.
L’intelligence britannica prevede un aumento delle perdite russe nei prossimi mesi. Nel frattempo, la cittadina di Chasiv Yar è diventata un avamposto strategico verso Kramatorsk, l’ultima grande città ucraina nel Donbass.
Raid su Kharkiv e la risposta di Zelensky
La notte scorsa, un raid russo su Kharkiv ha ferito quattro persone, tra cui una ragazza di 13 anni. I droni russi hanno distrutto una stazione di servizio, un edificio e un magazzino di 3.000 metri quadrati. Il presidente ucraino Zelensky, inserito nella lista dei ricercati di Mosca, ha chiesto decisioni tempestive per la difesa aerea ucraina.
‘Auguriamo una Pasqua di luce e di pace a ogni famiglia’, recita un messaggio delle autorità russe alla ‘nuova regione’ di Zaporizhzhia. Un messaggio che appare ipocrita, vista l’occupazione e l’oppressione in atto.
La repressione religiosa nelle regioni occupate
Nelle regioni occupate, le uniche liturgie consentite sono quelle legate alla Chiesa ortodossa russa, l’unica ammessa dal Cremlino. Don Oleksandr racconta che la canonica in cui viveva è stata requisita dai soldati russi, mentre la chiesa protestante è stata trasformata in caserma di polizia.
La repressione è asfissiante: è vietato riunirsi per pregare insieme. ‘Neppure ai tempi dell’Unione Sovietica la repressione era così asfissiante’, riferisce don Oleksandr. Questo pomeriggio, guiderà una celebrazione online per la sua comunità a Melitopol.
Il dramma dei prigionieri e l’appello dell’arcivescovo Shevchuk
Sono 1.100 i residenti dell’oblast di Zaporizhzhia rapiti o arrestati illegalmente dalle autorità d’occupazione. Nessuna organizzazione internazionale ha accesso ai luoghi di detenzione. La Chiesa greco-cattolica ucraina attende notizie di due suoi religiosi redentoristi catturati a Berdyansk.
L’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk ha lanciato un forte appello per la liberazione dei prigionieri come gesto pasquale. ‘Che sia detenuta in Ucraina o in Russia, adoperiamoci affinché, nel giorno di Pasqua, ogni donna possa fare ritorno dalla sua famiglia’, ha dichiarato.
La strategia di Putin: la russificazione delle regioni occupate
La Pasqua anticipa il Giorno della vittoria, una festa sentita e politica in Russia. Il Cremlino ha obbligato a esportare questa ricorrenza anche nelle regioni occupate dell’Ucraina. A Melitopol, una bandiera rossa con la falce e il martello sventola sulla scuola numero 23, e gli alunni disegnano per i militari di Putin.
La colonizzazione targata Mosca passa anche attraverso la ricostruzione a tempo di record. Mariupol, conquistata dai russi nel maggio 2022, è diventata una ‘vetrina postbellica’. ‘Mariupol sboccia grazie a Putin’, annunciano i media del regime. Tuttavia, metà della città non esiste più e 52mila famiglie sono senza casa.
La bolla immobiliare e gli espropri delle case ucraine
La realizzazione di nuove abitazioni è una priorità per Mosca. Prestiti al 2% per chi tornerà ad abitare nelle nuove regioni sono stati stabiliti per accelerare il ripopolamento delle città da sottomettere. Per issare i nuovi palazzi, sono giunti operai dall’Asia più povera, manodopera a basso costo.
La russificazione si traduce anche in espropri delle case delle famiglie ucraine fuggite. ‘Le autorità si stanno appropriando delle abitazioni dei rifugiati’, fa sapere Violeta, irriducibile di Melitopol. Nei condomini vengono lasciati avvisi di visite porta a porta. Se nessuno è presente, la casa viene nazionalizzata.
La commistione fra trono e altare
Nelle regioni occupate si tocca con mano la commistione fra trono e altare. A Mosca, la ‘guerra santa’ è stata benedetta dal patriarca Kirill. Don Oleksandr racconta la storia di un parroco amico a cui era stato dato un ultimatum: o passi al patriarcato di Mosca o te ne vai. Il parroco non ha rinnegato la sua appartenenza e ha subito il confino.
La Chiesa ortodossa russa ha lanciato una ‘missione di fraternità’ nelle terre sottratte all’Ucraina. Gruppi di volontari saranno arruolati per ricostruire le case dei più fragili, un puntello alla strategia di Putin.