![Trattative delicate tra Israele e Hamas: possibile svolta per la fine della guerra a Gaza 1 20240514 194912](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/05/20240514-194912.webp)
Gaza, intesa sugli ostaggi e lite sulla fine della guerra
Nella girandola di sensazioni, è stato il giorno del cauto ottimismo. La trattativa per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas potrebbe essere davvero arrivata ad un punto di svolta. Questo, almeno, è quanto traspare su autorevoli media di Paesi arabi moderati coinvolti nelle trattative. I primi a sostenerlo, il quotidiano saudita “Ashraq” e il canale egiziano “Al Rad”, secondo cui ci sarebbero stati intensi contatti tra mediatori e negoziatori di entrambe le parti sul tema degli ostaggi da liberare nella prima fase. Secondo un’altra fonte egiziana sarebbe stato raggiunto un accordo «su molti punti», anche senza un cessate il fuoco definitivo, mentre «ne resterebbero pochi da definire».
In serata però Times of Israel ha avvertito: «Un alto funzionario di Hamas insiste che il gruppo terroristico “non accetterà in nessuna circostanza” una tregua a Gaza che non includa esplicitamente la fine completa della guerra». Il funzionario però ha parlato in forma anonima. In realtà, l’unica cosa certa al momento è che la delegazione di Hamas, guidata dal vice di Haniye, Khalil al Hayya, è arrivata al Cairo per riprendere il filo interrotto una decina di giorni fa, «determinata a garantire un accordo» e ha avuto un primo giro di colloqui con i negoziatori egiziani e qatarini. Sempre al Cairo è arrivato anche il capo della Cia, William Burns, per seguire da vicino l’andamento delle trattative.
Indiscrezioni e dichiarazioni d’intenti
Ci sono poi le indiscrezioni di cui è impossibile al momento trovare conferma, e le dichiarazioni di intenti già annunciati che potrebbero far naufragare gli accordi. Tra le indiscrezioni la più clamorosa, citata dal quotidiano saudita, è il possibile rilascio di Marwan Barghouti, leader di Fatah e simbolo della seconda intifada, condannato a diversi ergastoli che sta scontando nel carcere di Hadarim, vicino Natanya. Condizione per il suo rilascio, secondo questa fonte, sarebbe la sua partenza verso l’estero o verso Gaza, escludendo il ritorno in Cisgiordania.
Di certo però il rilascio non avverrebbe nella prima fase dell’accordo, le sei settimane durante le quali dovrebbero tornare liberi 3 ostaggi civili al giorno (donne, bambini, ragazzi sotto i 19 anni, adulti malati o feriti) in cambio, per ognuno di loro, di 20 prigionieri palestinesi scelti con criteri analoghi e con una pena da scontare inferiore a 10 anni. Per le soldatesse prese in ostaggio il “prezzo” sarà raddoppiato: 20 detenuti con pene pesanti da scontare e altrettanti con pene inferiori a 10 anni.
La complessità del percorso da affrontare
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Le reazioni delle parti coinvolte
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