L’affanno e la disfatta da una parte, la potenza crescente dall’altra. L’offensiva russa prende corpo e il fronte della guerra in Ucraina assume una piega preoccupante. Perché mentre Kiev in ritirata costruisce fortificazioni sulla linea del fronte, Putin ostenta i mezzi sottratti dal suo esercito all’Occidente e agli Usa.
La ritirata di Kiev
Le forze ucraine stanno ora correndo per costruire più fortificazioni difensive in luoghi lungo la linea del fronte lunga circa 1.000 chilometri (600 miglia). La “morsa” per l’Ucraina si è stretta e acuita dopo che la Russia con orgoglio ha inaugurato una mostra in cui sono esibiti oltre 30 veicoli militari catturati dall’Ucraina, compresi quelli di fabbricazione statunitense e britannica, dall’inizio dell’invasione.
Le linee difensive posteriori esistono a malapena mentre continua l’avanzata russa. Con i soldati ucraini in inferiorità numerica, costretti a ritirarsi, un villaggio dopo l’altro, sotto il fuoco di intensi combattimenti che tormentano ancora le campagne circostanti Avdiivka, quasi tre mesi dopo che la strategica città è caduta in mano alla Russia.
Le accuse delle armi chimiche
La situazione si aggrava ulteriormente con le accuse degli Stati Uniti alla Russia di usare armi chimiche contro le truppe ucraine. L’ultimo attacco missilistico russo ha colpito Odessa, nuovi incendi sono scoppiati a Kharkiv, nel nordest dell’Ucraina, dopo una serie di attacchi con droni e missili condotti nella notte scorsa dai russi, nei quali sono rimaste ferite quattro persone, tra cui un bambino. Lo hanno riferito le autorità locali, secondo cui il più grande incendio è scoppiato in un magazzino e si è esteso su un’area di circa 3.000 metri quadrati.
Gli attacchi sono stati condotti con 13 droni Shahed di fabbricazione iraniana e quattro missili antiaereo S-300. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni che mirano a paralizzare le capacità militari e industriali della Russia, punendo le aziende in Cina e altrove che aiutano Mosca ad acquisire armi per la sua guerra in Ucraina.
La risposta di Washington
Con un ampio pacchetto annunciato dal Dipartimento del Tesoro Usa, Washington ha preso di mira quasi 300 entità in Russia, Cina e altri Paesi accusati di sostenere l’invasione del presidente Vladimir Putin. La maggior parte delle sanzioni è rivolta a aziende coinvolte nella produzione di armamenti e tecnologie militari, cruciali per l’avanzata russa.
Il conflitto in Ucraina si sta dimostrando una vera e propria prova di resistenza per le forze ucraine, che continuano a combattere nonostante le difficoltà. Mentre la comunità internazionale guarda con preoccupazione, la situazione sul campo rimane tesa e imprevedibile.
La mostra della vittoria
Proprio il giorno in cui la Russia ha inaugurato la mostra dedicata ai veicoli militari catturati, un missile balistico russo aveva colpito un deposito postale nel porto ucraino di Odessa, ferendo 14 persone e innescando un grande incendio. Le immagini e i video pubblicati online mostrano fiamme e nubi di fumo che inghiottono gli edifici e i vigili del fuoco che puntano gli idranti sulle aree ancora in fiamme. La maggior parte della zona era devastata.
La mostra è stata inaugurata in occasione della Giornata internazionale dei lavoratori russi e sarà aperta ai visitatori per un mese. Questo evento rappresenta una chiara dimostrazione dell’orgoglio russo per i successi ottenuti sul campo di battaglia, nonostante le pressioni internazionali e le sanzioni economiche.
La resistenza ucraina
La resistenza ucraina continua nonostante le difficoltà. Le truppe ucraine sono in inferiorità numerica e soffrono di una carenza di truppe e munizioni. Tuttavia, nonostante le ritirate e le perdite, gli ucraini continuano a opporre una strenua resistenza, cercando di impedire ulteriori avanzate russe.
Le testimonianze dal fronte parlano di combattimenti intensi e di una situazione sempre più difficile. “Le linee difensive posteriori esistono a malapena”, denunciano i soldati ucraini, costretti a fronteggiare una potenza militare superiore e ben equipaggiata.
L’avanzata russa
La Russia conquista posizioni sul campo di battaglia, mentre Kiev è ancora alle prese con una carenza di truppe e munizioni. Questo squilibrio di forze rende la situazione particolarmente critica per l’Ucraina, che deve affrontare una pressione crescente sia sul fronte militare che su quello logistico.
L’uso di armi chimiche da parte della Russia, se confermato, rappresenterebbe una grave violazione delle convenzioni internazionali e un ulteriore aggravamento del conflitto. Le accuse degli Stati Uniti aggiungono ulteriore tensione a una situazione già estremamente complessa e pericolosa.
Le conseguenze internazionali
Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati mirano a colpire duramente l’economia russa e a limitare le capacità militari di Mosca. Tuttavia, la capacità della Russia di mantenere e addirittura incrementare le sue operazioni militari in Ucraina dimostra che le sanzioni, sebbene efficaci, non sono ancora sufficienti a fermare l’avanzata russa.
Il conflitto in Ucraina continua a rappresentare una delle maggiori crisi internazionali degli ultimi anni, con implicazioni che vanno ben oltre i confini dei due Paesi coinvolti. La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi, cercando soluzioni diplomatiche che possano portare a una cessazione delle ostilità e a una pace duratura.
Nel frattempo, il popolo ucraino continua a soffrire le conseguenze di una guerra che sembra non avere fine. Le città devastate, le vite spezzate e le incertezze sul futuro rappresentano il tragico bilancio di un conflitto che ha ormai superato i limiti della ragione e della diplomazia.