![La Forza della Fede: Vivere la Pasqua e Affrontare la Morte in Ucraina 1 20240514 191918](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/05/20240514-191918.webp)
La Sfida dei Funerali Militari in Ucraina
«Per noi la Pasqua non è solo una tradizione o una festa. Per noi la Pasqua è tutto. E finché celebreremo e vivremo la Pasqua e la Risurrezione in questo modo, sono sicuro che nemmeno la morte avrà accesso a noi», afferma don Roman Mykievych, sacerdote greco-cattolico ucraino e parroco di Tysmenytsia nell’arcieparchia di Ivano-Frankivsk, situata nell’ovest dell’Ucraina. Questa consapevolezza della Pasqua come centro della vita cristiana è diventata una realtà ancora più profonda con l’inizio della guerra, trasformandosi in un modo di affrontare la morte di tanti giovani, sia civili che militari.
Il Ruolo Cruciale del Sostegno Spirituale
Per sostenere le famiglie delle vittime, i funerali vengono organizzati nel modo più solenne possibile, con la partecipazione di militari, rappresentanti delle autorità locali e tutti i sacerdoti del decanato. «Si tratta di esperienze e perdite molto difficili – spiega don Roman – ed è molto importante dare il sostegno spirituale alla famiglia. Questo sostegno inizia proprio con il funerale e la presenza di un sacerdote».
La Forza di Vivere e la Consolazione Spirituale
Don Mykievych sottolinea che il sostegno del sacerdote è fondamentale per ridare forza alle persone colpite dal lutto. «Un sacerdote deve dare alle persone la forza di vivere perché la gente sta perdendo la voglia di vivere e questo si nota molto. Le persone si lamentano, alcuni dicono di essere depressi, altri di non vedere nessuna prospettiva, altri ancora di avere paura. In altre parole, le persone perdono la forza di vivere e non sanno dove trovarla. Così, quando un sacerdote viene a parlare con loro, questo aiuta».
L’Importanza dell’Eucarestia e dell’Aiuto Reciproco
Il sacerdote greco-cattolico enfatizza l’importanza dell’Eucarestia quotidiana e della preghiera per affrontare queste situazioni. Un altro elemento essenziale è l’aiuto reciproco tra i sacerdoti. «Quando siamo in tanti è più facile, perché ci sosteniamo a vicenda. Ci sono stati momenti in cui, ad esempio, la mamma di un soldato defunto si è sentita male durante un funerale. È arrivata un’ambulanza, i medici hanno prestato soccorso immediato. Abbiamo sospeso per un po’ il funerale e i seminaristi invitati hanno iniziato a cantare canzoni religiose per aspettare che la madre si riprendesse. Ci sono stati momenti difficili… Questa situazione rimane davanti ai tuoi occhi per tutto il giorno».
La Pasqua come Centro della Vita
In questo contesto, la celebrazione della Pasqua diventa il centro della vita. «Per noi la Pasqua non è solo una tradizione o una festa. Per noi la Pasqua è tutto. Qui noi non abbiamo bisogno di spiegare alla nostra gente cosa sia la Pasqua. Per loro è l’apice di tutto, è sacro. Anche se uno non va in chiesa durante tutto l’anno, andare a venerare Plashchanytsia o far benedire paska è sacro. Prima della Pasqua tanta gente va anche a confessarsi. Questo evento della Pasqua e della Risurrezione è molto serio per il nostro popolo. Penso che questo ci stia salvando, sia psicologicamente, ma anche realmente, da ogni sorta di guaio. Dove c’è Cristo risorto, la morte fugge. E penso che la morte non abbia accesso a noi e non abbia potere finché viviamo davvero la Pasqua».