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La Crisi di Sciences Po: Un’Istituzione in Declino?
Parigi — In un’intervista esclusiva, il professor Gilles Kepel, uno dei maggiori esperti mondiali di Medio Oriente, ha espresso la sua preoccupazione per il declino di Sciences Po, la prestigiosa scuola delle élite francesi. Secondo Kepel, l’istituzione ha capitolato di fronte all’ideologia woke e ha rinunciato alla trasmissione del sapere, un problema che risale a molti anni fa.
Gilles Kepel ha recentemente pubblicato in Francia il libro ‘Olocausti’ su Israele, Gaza e ‘la guerra contro l’Occidente,’ che uscirà in Italia dopo l’estate per Feltrinelli. Con oltre trent’anni di insegnamento a Sciences Po alle spalle, Kepel è una voce autorevole su questo tema.
Sciences Po, fondata nel 1872, è stata a lungo un’istituzione di prestigio, formativa per molti leader politici e intellettuali. Tuttavia, secondo Kepel, l’istituzione ha subito un declino significativo negli ultimi anni, in parte a causa dell’apertura a studenti provenienti dalle periferie, una decisione presa dal direttore Richard Descoings.
Il Problema della Democratizzazione
Kepel non era contrario all’apertura delle porte di Sciences Po a studenti meno privilegiati. Al contrario, ‘Descoings mi associò alla sua iniziativa e a me pareva una cosa positiva,’ afferma Kepel. Tuttavia, egli sottolinea che il problema non era nell’idea di democratizzare, ma nel modo in cui è stata realizzata.
‘Non si è fatta abbastanza attenzione a mantenere alto il livello degli studenti, e anche della direzione,’ ha spiegato Kepel. Dopo la morte tragica di Descoings, l’istituzione è stata guidata da due alti funzionari venuti dall’Ena, non da professori, il che ha contribuito al declino del livello accademico.
Kepel sottolinea come la democratizzazione e l’internazionalizzazione della scuola siano andate a scapito della qualità del sapere, che dovrebbe essere la ragion d’essere profonda di un’istituzione di alto livello come Sciences Po.
Il Paragone con i Campus Americani
Il professor Kepel ha collegato i problemi specifici di Sciences Po alle proteste nei campus americani, affermando che l’attuale amministratore provvisorio di Sciences Po ha adottato un linguaggio e un approccio simili a quelli dei campus americani, influenzati dalla propaganda della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon.
Secondo Kepel, il 7 ottobre ha rappresentato una ri-definizione degli equilibri globali, peggiore dell’11 settembre. ‘Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 l’Occidente reagì compatto, il Corriere della Sera e Le Monde scrissero in prima pagina ‘siamo tutti americani’. Dopo le atrocità del 7 ottobre invece una parte almeno dell’Occidente si schiera con i carnefici e non con le vittime,’ ha detto Kepel.
Le Proteste Pro-Palestina e la Risposta dell’Occidente
Le proteste pro-Palestina, secondo Kepel, rischiano di diventare più ideologiche che basate sui fatti. ‘Quando vengono totalmente dimenticati il massacro del 7 ottobre e il fatto che ci sono ancora oltre 100 ostaggi nelle mani di Hamas, allora la protesta diventa meno basata sui fatti e più sull’ideologia,’ ha affermato.
Recentemente, manifestanti pro-Israele e pro-Palestina si sono scontrati davanti a Sciences Po. L’anfiteatro Boutmy, dove Kepel ha tenuto numerose lezioni, è stato ribattezzato anfiteatro Gaza, il che, secondo lui, rappresenta ‘il contrario di quello che dovrebbe accadere in un’istituzione universitaria, fatta per la messa a confronto argomentata di tutte le posizioni.’
Il Jihadismo d’Atmosfera
Kepel ha anche parlato del concetto di ‘jihadismo d’atmosfera,’ un tema trattato in un suo precedente libro. Sebbene non ci siano violenze al momento, egli avverte che il clima alimentato per anni dai Fratelli musulmani ha favorito le uccisioni di professori come Samuel Paty e Dominique Bernard.
‘Spero che qualcuno non ne approfitti tornando a collegare Olimpiadi e causa palestinese, come accadde nel 1972 a Monaco,’ ha detto Kepel, sottolineando il pericolo di sfruttare eventi internazionali per fini ideologici.
Il Futuro di Sciences Po
Il declino di Sciences Po, secondo Kepel, è un segnale d’allarme per tutte le istituzioni accademiche che aspirano a mantenere un alto livello di eccellenza. La sfida è trovare un equilibrio tra democratizzazione e mantenimento della qualità accademica, evitando di cedere a pressioni ideologiche che possono compromettere la missione educativa.
Il professor Kepel conclude con un appello alla riflessione e alla riforma, affinché Sciences Po possa ritrovare il suo ruolo di faro del sapere e della formazione delle future élite.