La Resilienza Spirituale in Ucraina: Tra Guerra e Celebrazione della Pasqua
In un contesto segnato dalla guerra che dilania l’Ucraina dall’inizio del 2022, la celebrazione della Pasqua assume contorni di profonda spiritualità e resilienza. Don Roman Mykievych, sacerdote greco-cattolico di Tysmenytsia, nell’ovest del Paese, testimonia come la festività pasquale, celebrata quest’anno il 5 maggio insieme ai cristiani ortodossi, sia diventata per i fedeli non solo un’appuntamento religioso ma un vero e proprio baluardo di speranza e forza nella prova. «Per noi la Pasqua non è solo una tradizione o una festa. Per noi la Pasqua è tutto», afferma don Mykievych, sottolineando come la vittoria sulla morte rappresentata dalla Risurrezione di Cristo sia fonte di un rinnovato spirito di resistenza.
Il Duro Colloquio con la Morte: I Funerali dei Militari
La guerra ha imposto alla comunità ecclesiastica ucraina sfide senza precedenti, tra cui la celebrazione dei funerali dei soldati caduti. Questi momenti, carichi di dolore e riflessione, vedono i sacerdoti in prima linea nell’offrire conforto alle famiglie colpite dalla perdita. Don Roman, che presiede il decanato di 17 parrocchie, racconta di aver officiato personalmente cinque funerali di militari, con oltre una trentina di cerimonie simili tenutesi nell’ambito del suo decanato. L’organizzazione di questi riti funebri, segnati dalla partecipazione dei militari, delle autorità locali e di tutti i sacerdoti del decanato, è volta a fornire il massimo sostegno alle famiglie in lutto.
L’Importanza del Sostegno Spirituale
Il ruolo del sacerdote si rivela cruciale non soltanto nel momento del funerale ma anche nel percorso di elaborazione del lutto che segue. «Un sacerdote deve dare alle persone la forza di vivere», spiega don Mykievych, evidenziando come la figura ecclesiastica rappresenti un punto di riferimento fondamentale per chi ha perso un proprio caro. Il sacerdote diventa il primo psicologo, colui che con parole di fede e speranza riesce a ridare luce in un momento di profonda oscurità. Questo sostegno spirituale, reso ancor più efficace dalla presenza e dal conforto reciproco tra i membri del clero, è essenziale per mantenere viva la volontà di vivere nelle persone afflitte dalla guerra.
La Forza della Comunità e della Preghiera
La capacità di affrontare queste prove si radica profondamente nella fede e nella pratica religiosa quotidiana, come la partecipazione all’Eucarestia e la preghiera personale. Don Mykievych mette in luce l’importanza dell’aiuto reciproco tra sacerdoti, essenziale per sopportare il peso emotivo provocato dalla guerra e dalla perdita. La collegialità e l’ecclesialità diventano, quindi, non solo concetti teologici ma esperienze vissute di solidarietà e supporto concreto. In particolare, le richieste di assistenza spirituale per i funerali dei militari, condivise attraverso i gruppi social dei sacerdoti, testimoniano un’intensa rete di sostegno fraterno.
La Pasqua: Fulcro di Vita e Speranza
La celebrazione della Pasqua, al centro della vita cristiana, assume in Ucraina un significato ancor più profondo in tempi di guerra. Don Mykievych evidenzia come questa festività sia percepita dalla popolazione non solo come un evento religioso ma come un momento di unione, di riflessione e, soprattutto, di speranza. La Pasqua diventa così un simbolo di resistenza, un promemoria che, nonostante le avversità e il dolore, la vita può trionfare sulla morte. «Perché dove c’è Cristo risorto, la morte fugge», conclude il sacerdote, ricordando come la fede e la spiritualità siano fondamentali per mantenere viva la speranza e per superare le prove più dure.
In un Paese segnato dalla sofferenza e dal conflitto, la resilienza spirituale e la profondità della fede dei suoi abitanti si rivelano come fonti imprescindibili di forza. La testimonianza di don Roman Mykievych e della comunità ecclesiastica ucraina ci mostra come, anche nei momenti più bui, la luce della speranza possa brillare forte, guidata dal messaggio di pace e rinnovamento della Pasqua.