Escalation di violenza in Ucraina: Odessa sotto attacco
Nella notte, un nuovo attacco missilistico russo ha colpito duramente la città di Odessa, nel sud dell’Ucraina, provocando tre vittime e tre feriti, oltre a danneggiare gravemente le infrastrutture civili. La comunicazione è arrivata direttamente dal capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Kiper, che ha diffuso la notizia tramite il suo canale Telegram, evidenziando l’intensificarsi delle ostilità nella regione del Mar Nero. Questo attacco segue un altro bombardamento mortale avvenuto lunedì, che aveva già mietuto cinque vittime, sottolineando la strategia di Mosca di prendere di mira Odessa, un porto cruciale per le esportazioni ucraine.
La situazione in Georgia e le tensioni interne
Parallelamente, in Georgia la tensione è palpabile. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso “grande preoccupazione” per la violenza scoppiata nelle strade di Tbilisi, dove la polizia ha disperso con gas lacrimogeni e proiettili di gomma i manifestanti contrari alla controversa legge sull’influenza straniera. Von der Leyen ha sottolineato come il popolo georgiano aneli a un futuro europeo, descrivendo la situazione come un bivio cruciale per il Paese. Intanto, il Parlamento georgiano ha approvato in seconda lettura il discusso disegno di legge, considerato da molti troppo simile a una legislazione attualmente in vigore in Russia, nonostante le proteste di massa che hanno scosso il Paese.
Le reazioni internazionali e le sanzioni
La comunità internazionale non è rimasta a guardare. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno annunciato un’ulteriore ondata di sanzioni contro individui e società russe e straniere accusate di supportare lo sforzo bellico di Mosca in Ucraina. Queste sanzioni colpiscono circa sessanta entità, inclusi attori cinesi, per il loro ruolo nell’aiutare la Russia ad acquisire componenti chiave per la produzione di armi. Questo si aggiunge al crescente isolamento internazionale che la Russia sta sperimentando a causa del suo comportamento aggressivo nei confronti dell’Ucraina.
Gli stati baltici e la posizione sui rifugiati ucraini
La questione dei rifugiati ucraini in età di mobilitazione presenti negli stati baltici ha sollevato dibattiti. La prima ministra lettone Evika Silina ha dichiarato che la Lettonia non eserciterà pressioni sui rifugiati ucraini affinché tornino a combattere, descrivendo la situazione come “pret