![Nuovi raid su Gaza: tensioni internazionali e appelli per la pace 1 20240425 063751](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240425-063751.webp)
Un nuovo attacco aereo israeliano ha scosso la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, aggravando ulteriormente il già teso scenario internazionale. Secondo quanto riferito dall’agenzia palestinese Wafa, l’attacco ha colpito un edificio residenziale, causando la morte di almeno tre persone e il ferimento di diverse altre. Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente violenza che, da ottobre, ha visto un drammatico incremento delle vittime civili nell’enclave palestinese. Le proteste non tardano a manifestarsi anche a Roma, dove sostenitori pro-Palestina e membri della Brigata ebraica si sono fronteggiati, separati da un cordone di sicurezza della polizia. Le tensioni esplodono in un contesto di solidarietà globale verso il popolo palestinese, ma anche di forte polarizzazione delle opinioni pubbliche.
Reazioni internazionali e critiche alla gestione del conflitto
Negli Stati Uniti, la gestione della crisi da parte delle autorità viene messa in discussione. Il leader della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson, ha affrontato critiche durante una visita alla Columbia University, in un momento in cui le università americane diventano teatro di proteste e sit-in contro la guerra a Gaza. La tensione nei campus è palpabile: da un recente episodio in un’università del Texas, dove la polizia ha arrestato 34 persone tra manifestanti e un fotografo, emerge un quadro di crescente mobilitazione studentesca a favore della Palestina. Sul fronte umanitario, l’Ufficio per gli affari umanitari dell’Onu (Ocha) ha rivelato un bilancio allarmante: 324 corpi sono stati recuperati dalle squadre della Protezione civile palestinese all’ospedale Nasser di Khan Yunis. Questi numeri si aggiungono a un conteggio già tragico che, da inizio ottobre, stima in 34.262 i morti e 77.229 i feriti nell’enclave palestinese, secondo dati forniti dal Ministero della Sanità locale, gestito da Hamas.
Indagini internazionali e crisi diplomatica
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhchr) ha sollecitato un’indagine internazionale sulle fosse comuni scoperte nei due principali ospedali di Gaza, alimentando ulteriori preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani nel contesto del conflitto. Questa richiesta sottolinea la gravità della situazione e la necessità di una risposta coordinata a livello internazionale per affrontare la crisi umanitaria. Parallelamente, le operazioni militari si intensificano anche al di fuori della Palestina, con gli Stati Uniti che annunciano l’abbattimento di quattro droni nello Yemen, controllato dai ribelli Houthi. Questa azione, descritta dal Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) come necessaria per proteggere le navi nella regione, evidenzia l’estensione geografica del conflitto e la sua complessità.
Appelli per la pace e la negoziazione
In questo scenario di crescente tensione, emergono voci che invocano la pace. Papa Francesco, in un’intervista a Cbs News, ha rinnovato il suo appello per una soluzione negoziata: ‘Una pace negoziata è meglio di una guerra senza fine’, ha dichiarato il Pontefice, invitando i paesi coinvolti a cercare attivamente la pace. Anche l’Egitto si è espresso sulla crisi, tramite il capo dell’Ufficio stampa statale Diaa Rashwan, che ha criticato i piani di un’eventuale invasione di Rafah da parte di Israele. Secondo Rashwan, un’operazione di questo tipo sarebbe non solo inefficace ma metterebbe in pericolo decenni di relazioni pacifiche tra Egitto e Israele, senza portare alcun beneficio tangibile alla sicurezza israeliana o alla liberazione degli ostaggi. Queste dichiarazioni evidenziano la delicatezza delle dinamiche regionali e l’importanza di un approccio diplomatico alla crisi. La situazione in Medio Oriente rimane quindi estremamente fluida, con sviluppi che richiedono un’attenzione costante da parte della comunità internazionale. Tra attacchi, proteste e appelli alla pace, il conflitto israelo-palestinese continua a rappresentare una delle questioni più complesse e dolorose del nostro tempo, con ripercussioni che vanno ben oltre i confini delle aree immediatamente coinvolte.