![Escalazione di tensione tra Israele e Hezbollah: Pioggia di missili sul nord israeliano 1 20240424 184448 1](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240424-184448-1.webp)
In una giornata segnata da una notevole escalation di tensione, Hezbollah ha rivendicato il lancio di decine di missili Katyusha verso il nord di Israele, in quello che appare come un netto incremento delle ostilità transfrontaliere. Questo attacco, descritto dal gruppo come una rappresaglia per la morte di due civili nel sud del Libano, attribuita ad azioni militari di Tel Aviv, ha colpito specificamente l’insediamento di Margaliot e una base militare israeliana nell’insediamento di Al-Manara, lungo il confine con il Libano. La situazione in regione si fa quindi sempre più tesa, con risvolti che potrebbero avere implicazioni significative per la stabilità dell’intero Medio Oriente.
L’escalation delle ostilità
Hezbollah ha dichiarato che l’attacco mira a rappresentare una risposta solidale verso il “popolo palestinese nella Striscia di Gaza” e una reazione agli “attacchi del nemico israeliano contro i villaggi del Sud e le case di civili”. Questa mossa segue un’azione precedente nella giornata, dove il gruppo aveva annunciato di aver preso di mira una base israeliana vicino alla città di Acri, in risposta ad uno strike aereo che aveva causato la morte di uno dei suoi funzionari. Questi episodi segnano un’escalation nella frequenza e nell’intensità degli scontri, che da quasi quotidianamente si verificano tra le due fazioni dallo scorso 7 ottobre.
La risposta di Israele non si è fatta attendere, con aerei da combattimento che hanno colpito posizioni nel sud del Libano, evidenziando una strategia di reazione immediata ai lanci di missili. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno specificato che gli obiettivi colpiti erano edifici militari dove erano presenti “terroristi”, nelle zone di Ayta ash-Shaab e Blida, mirando anche a strutture a Marakah.
Il bilancio dei conflitti
Il bilancio di questi mesi di conflitto è pesante su entrambi i fronti, con circa 270 combattenti di Hezbollah e 50 civili libanesi uccisi dagli attacchi israeliani. Dall’altra parte, le azioni di Hezbollah hanno causato la morte di una dozzina di soldati israeliani e di alcuni civili, oltre a generare decine di migliaia di sfollati sia in Libano che in Israele. Questi numeri testimoniano l’intensità e la gravità della situazione, che rischia di precipitare ulteriormente se non verranno trovate vie di dialogo e de-escalation.
Parallelamente, il portavoce di Hamas, Abu Obeida, ha espresso il proprio sostegno alle azioni di Hezbollah e ha invitato a un’intensificazione dell’azione di resistenza “in tutte le sue forme e in tutte le arene”, marcando una solidarietà tra i gruppi che combattono Israele. Questa dichiarazione, trasmessa da Al Jazeera, sottolinea la complessità del conflitto che vede coinvolti più attori regionali, con dinamiche che trascendono il semplice scontro Hezbollah-Israele.
La reazione di Israele e le prospettive future
In risposta agli attacchi, Israele ha proceduto con l’evacuazione di alcune aree nel nord della Striscia di Gaza, segno di una strategia che mira a ridurre le vittime civili in previsione di ulteriori azioni militari. Le indicazioni fornite dal portavoce militare israeliano per la lingua araba mirano a prevenire danni a innocenti, ma anche a prepararsi a una possibile intensificazione del conflitto.
La situazione attuale nel Medio Oriente rimane estremamente volatile, con sviluppi che potrebbero portare a un’escalation ulteriore del conflitto. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, sperando in una soluzione che possa evitare un ulteriore spargimento di sangue. Nel frattempo, le dichiarazioni e le azioni di Hezbollah e Israele continuano a delineare un panorama di incertezza e di tensione, in un contesto già fragile e complesso.