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Israele e USA: Accordo Segreto per Evitare la Guerra con l’Iran?
In un contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente, Israele sembra aver trovato un compromesso con gli Stati Uniti per evitare un diretto confronto militare con l’Iran. Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, Tel Aviv avrebbe ottenuto il semaforo verde da Washington per un’operazione militare nella città di Rafah, situata nella Striscia di Gaza, piuttosto che lanciare un attacco di vasta scala contro l’Iran.
L’accordo segreto tra Israele e USA emerge in risposta all’escalation di attacchi missilistici e con droni che hanno visto Teheran come protagonista lo scorso fine settimana. Una fonte anonima ha confidato al quotidiano Al-Araby Al-Jadeed che gli Stati Uniti hanno approvato il piano di invasione di Rafah come alternativa a un’azione militare diretta contro l’Iran, una mossa che potrebbe innescare una nuova guerra regionale.
Preoccupazioni e Preparativi Egiziani
Parallelamente, funzionari egiziani hanno espresso preoccupazioni riguardo alle possibili ripercussioni dell’operazione pianificata su Rafah, riferendo che sono in corso preparativi per mitigare qualsiasi impatto negativo. Rafah ospita non solo quattro battaglioni di Hamas ma anche oltre un milione di civili che hanno cercato rifugio lì, fuggendo dai combattimenti in altre aree della Striscia di Gaza. Inoltre, si sospetta che la città nasconda al suo interno anche i leader di Hamas, possibilmente insieme a ostaggi israeliani.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato di aver approvato i piani per un’operazione a Rafah, annunciando che è stata persino fissata una data per il suo inizio. Questa mossa viene vista come una risposta all’attacco iraniano, nonostante Netanyahu abbia precedentemente promesso una risposta diretta all’Iran.
La Posizione Europea
Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, ha commentato le voci sull’operazione israeliana a Rafah durante un punto stampa a Capri. Borrell ha espresso una forte preoccupazione per il piano, sottolineando che un’azione del genere non è ancora stata intrapresa e che l’Unione Europea è impegnata a difendere Israele, avendo contribuito all’abbattimento dei missili e droni iraniani con il supporto militare di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna.
“Abbiamo dimostrato che stiamo difendendo Israele non solo a parole”, ha dichiarato Borrell, facendo riferimento all’efficacia della cooperazione militare tra le potenze occidentali. Tuttavia, ha anche evidenziato la necessità di proteggere i diritti del popolo palestinese, sottolineando la complessità della situazione e le sfide che essa rappresenta.
La Complessa Strada da Percorrere
La decisione di Israele di focalizzarsi su Rafah, piuttosto che sull’Iran, potrebbe rappresentare un tentativo di evitare un’escalation militare più ampia che coinvolgerebbe direttamente Teheran. Tuttavia, questo piano solleva questioni sulle possibili conseguenze per i civili nella Striscia di Gaza e sulle dinamiche geopolitiche della regione.
Nonostante le promesse di una risposta all’Iran, la strategia di Israele riflette la pressione esercitata dagli Stati Uniti per cercare vie di azione che evitino un’ulteriore escalation e il rischio di un conflitto regionale più ampio. La scelta di concentrarsi su Rafah, evitando per ora un confronto diretto con l’Iran, mostra una ricerca di compromessi in una regione dove gli equilibri sono estremamente delicati.
La situazione rimane in bilico, con Tel Aviv che si muove su un terreno complicato, cercando di bilanciare la necessità di rispondere alle minacce con la volontà di evitare una nuova guerra di vasta scala in Medio Oriente. La decisione di Israele, con il tacito assenso degli Stati Uniti, di optare per un’operazione a Rafah segna un momento potenzialmente decisivo nelle relazioni internazionali della regione, con implicazioni che vanno ben oltre i confini della Striscia di Gaza.