Attacchi senza precedenti in Russia e Ucraina: nuove tensioni nel conflitto
La mattina ha risvegliato la tensione tra Russia e Ucraina con eventi che segnano un’escalation nel conflitto in corso. Droni dell’intelligence militare ucraina hanno preso di mira la fabbrica di aerei Gorbunov a Kazan, nel Tatarstan, una regione situata nell’est della Russia. Questo stabilimento è noto per la produzione e la riparazione dei bombardieri strategici Tu-22M e Tu-160M, pilastri dell’aviazione militare russa. Secondo quanto riportato da Rbc-Ucraina, che cita fonti dei servizi speciali, le esplosioni hanno risuonato all’interno del perimetro dell’impianto subito dopo l’attivazione delle sirene d’allarme, causando l’evacuazione immediata dell’azienda.
Nel frattempo, la Rosaviatsia, l’agenzia federale russa per il trasporto aereo, ha annunciato la sospensione di arrivi e partenze negli aeroporti di Kazan, Nizhnyokamsk e Nizhny Novgorod, aumentando così le preoccupazioni per la sicurezza dei trasporti nella regione, come riportato da Rbc-Ucraina.
Il contrasto si intensifica: attacchi missilistici e conseguenze tragiche
Parallelamente, l’esercito russo ha effettuato tre attacchi missilistici vicino al centro di Chernihiv, una città situata nel nord dell’Ucraina. Questi bombardamenti hanno avuto conseguenze devastanti: undici civili hanno perso la vita e più di 50 sono rimasti feriti, tra cui tre bambini. Le informazioni preliminari fornite dall’ufficio presidenziale ucraino, e citate dai media, parlano di un bilancio tragico, con la distruzione di un edificio di otto piani, quattro condomini, un ospedale, una scuola e diverse automobili. Le autorità temono che sotto le macerie possano trovarsi altre vittime.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso il suo dolore e la sua solidarietà attraverso un messaggio su Telegram: “Chernihiv. Continuano le operazioni di soccorso dopo un attacco missilistico russo. Le persone sono intrappolate sotto le macerie. Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici”. Zelensky ha inoltre sottolineato la mancanza di sufficienti attrezzature di difesa aerea per l’Ucraina e una determinazione globale inadeguata a contrastare il “terrore russo”, evidenziando l’importanza del sostegno internazionale.
Le perdite russe e la questione della Crimea
Un conteggio effettuato dalla Bbc Russia e dal gruppo di media indipendenti Mediazona ha rivelato che il numero dei soldati russi caduti in Ucraina ha superato la soglia dei 50.000, con un incremento di quasi il 25% nel secondo anno di guerra rispetto al primo. Questi dati includono più di 27.300 soldati russi uccisi, un bilancio che la Bbc descrive come “8 volte superiore all’ammissione ufficiale di Mosca”, suggerendo che le cifre reali potrebbero essere molto più alte. Questo accresce le preoccupazioni riguardo la cosiddetta “strategia del tritacarne” adottata da Mosca, che consiste nell’invio di ondate di soldati per logorare le forze ucraine.
Allo stesso tempo, si sono verificate esplosioni e vasti incendi all’interno e nelle vicinanze dell’aeroporto militare russo di Dzhankoy, in Crimea, una regione annessa unilateralmente da Mosca dieci anni fa. Il gruppo di monitoraggio Crimean Wind ha documentato l’evento, mentre i media ucraini hanno diffuso immagini delle fiamme. Secondo testimonianze locali, le esplosioni sono avvenute prima dell’annuncio dell’allarme aereo. Il canale Telegram Crimean Wind ha riferito che l’attacco notturno ha provocato circa 30 vittime militari russe e circa 80 feriti. A causa della mancanza di posti nell’ospedale di Dzhankoy, i feriti sono stati trasportati con elicotteri a Sebastopoli. Inoltre, si è appreso che un deposito di missili Zircon e S-300 situato all’interno dell’aeroporto è stato distrutto, sottolineando l’importanza strategica dell’aeroporto come hub logistico per le truppe russe nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
L’escalation degli attacchi e le conseguenti perdite umane e materiali accentuano la complessità del conflitto in Ucraina, mettendo in evidenza le difficoltà di una risoluzione pacifica e la continua necessità di sostegno internazionale per affrontare le sfide poste dalla situazione attuale.