Mario Draghi, con un discorso che ha riecheggiato nelle aule di Bruxelles e oltre, ha delineato un vero e proprio manifesto per il futuro dell’Europa, mettendo in luce le sfide e le opportunità che attendono il continente nell’era della competizione globale. Alla High-Level Conference sui diritti sociali, l’ex presidente del Consiglio ha proposto un cambio di paradigma per l’Unione Europea, enfatizzando la necessità di una trasformazione radicale per mantenere e rafforzare la competitività del blocco nel panorama mondiale.
Un’Europa Unità per la Competitività
Draghi ha messo in evidenza come, in un mondo segnato da profondi cambiamenti dovuti alla pandemia e alle tensioni geopolitiche, l’Europa debba ripensare le proprie strategie per competere efficacemente. ‘Ripristinare la nostra competitività non è un obiettivo che possiamo raggiungere da soli, o battendoci l’un l’altro’, ha affermato, sottolineando l’importanza di una strategia comune e coordinata tra gli stati membri. La visione di Draghi si distacca nettamente dall’approccio attuale, spesso frammentato e competitivo, proponendo invece un modello di collaborazione e integrazione.
Il contesto globale attuale, caratterizzato da un riacceso confronto tra grandi potenze, impone all’Europa di reinventarsi, superando divisioni interne e vecchi schemi. L’ex premier italiano ha criticato duramente l’atteggiamento reattivo dell’UE, colta di sorpresa da eventi come la pandemia e l’ascesa della Cina, che con le sue strategie mira a rendere l’Europa dipendente, soprattutto nel campo delle tecnologie avanzate e delle risorse essenziali.
Un Nuovo Piano Industriale per l’Europa
L’intervento di Draghi non si è limitato a una diagnosi dei problemi attuali, ma ha anche delineato una serie di proposte concrete per il rilancio dell’Europa. Tra queste, spicca l’idea di un ‘industrial deal’ europeo, una strategia complessiva che ponga le basi per una leadership nel digitale e nelle tecnologie del futuro. La constatazione che solo quattro dei primi cinquanta player nel digitale siano europei pone l’accento sulla necessità urgente di un’inversione di rotta.
Il piano di Draghi mira a sostenere le economie di scala in settori chiave come la difesa, le telecomunicazioni e l’energia, promuovendo un’azione coordinata a livello di Unione per la fornitura di beni pubblici essenziali. L’obiettivo è ridurre la dipendenza da fonti esterne e garantire l’approvvigionamento di risorse critiche, indispensabili per le transizioni verde e digitale. Inoltre, il report invita a una riflessione sull’equilibrio tra competenze nazionali e azioni comuni, suggerendo la possibilità di procedere con un ‘sottoinsieme di Stati membri’ in assenza di un accordo unanime.
Le reazioni al discorso di Draghi sono state in gran parte positive, con figure di spicco come Victor Orban che hanno espresso apprezzamento per le proposte dell’ex premier. Anche nel panorama politico italiano, le dichiarazioni di Draghi hanno trovato un terreno fertile, con esponenti di diversi schieramenti che ne hanno riconosciuto la capacità di proporre una visione rinnovata e ambiziosa per l’Europa.
In vista delle prossime elezioni europee, e con la possibilità che Draghi possa assumere un ruolo di primo piano nel rinnovato panorama istituzionale dell’UE, il suo appello per un’Europa più unita, competitiva e autonoma risuona come una direzione chiara verso cui orientare gli sforzi futuri. La sfida sarà trasformare queste ambiziose proposte in azioni concrete, per non lasciare che l’Europa sia sorpassata nel nuovo ordine mondiale che si sta delineando.