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Aggressione a Sidney: feriti il vescovo e un collaboratore durante la messa
In un episodio di violenza che ha scosso la comunità di Sidney, due persone sono state ferite in una chiesa durante la celebrazione della messa. Le vittime dell’attacco sono il vescovo della chiesa assira ortodossa, Mar Mari Emmanuel, noto per le sue posizioni controverse nei confronti della comunità LGBTQ+ e le sue teorie complottiste sul COVID-19, e un suo collaboratore, il sacerdote Isaac Royel. L’aggressione è avvenuta domenica sera, locale, e le immagini dell’accaduto sono state trasmesse in diretta su YouTube.
L’attentatore, un adolescente di soli 15 anni, è stato prontamente arrestato dalle forze dell’ordine, che sono riuscite a prevenire il linciaggio da parte di alcuni fedeli, molti dei quali profughi provenienti da aree di conflitto come Iraq e Siria. La tensione è rimasta alta per ore attorno al luogo di culto, con l’intervento dei reparti antisommossa che hanno dovuto far uso di spray al peperoncino per placare gli animi esacerbati.
Un contesto di violenza che preoccupa Sidney
Questo episodio si inserisce in un contesto di violenza che ha recentemente colpito Sidney, con un altro attacco avvenuto appena 36 ore prima nel sobborgo di Westfield, dove un uomo di 40 anni, Joel Cauchi, affetto da disturbi mentali, ha ucciso sei persone in un centro commerciale. Sebbene non sia stato trovato un collegamento diretto tra i due eventi, non si esclude che l’aggressione possa essere stata influenzata da comportamenti emulativi.
Le condizioni di salute del vescovo Emmanuel e del sacerdote Royel, feriti nell’assalto, sono state descritte come gravi ma stabili. Nonostante le ferite riportate, entrambi non sarebbero in pericolo di vita. Il vescovo Emmanuel, in particolare, è una figura molto seguita in Australia, con un’enorme presenza sui social media, inclusi TikTok e Facebook, dove la pagina della sua chiesa conta 290.000 follower.
Le controversie intorno al vescovo Emmanuel
Il vescovo Emmanuel ha suscitato numerose polemiche per le sue dichiarazioni oltranziste, soprattutto in relazione alla pandemia di COVID-19 e ai diritti delle persone transgender. Durante la pandemia, criticò aspramente le misure di lockdown, definendole una forma di ‘schiavitù di massa’ e mise in dubbio l’efficacia dei vaccini, sostenendo che un approccio alla vita più ‘normale’ avrebbe contribuito ad aumentare l’immunità.
Ma sono state soprattutto le sue affermazioni sui diritti dei transgender a scatenare indignazione. In un sermone dello scorso maggio, Emmanuel ha affermato che ‘se un uomo si definisce una donna, egli non è più né uomo né donna, non è più umano, diventa una cosa’, parole che hanno provocato un vasto dibattito pubblico e critico nei suoi confronti.
L’aggressione: un atto premeditato?
Restano ancora da chiarire le motivazioni che hanno spinto il giovane aggressore a compiere un atto così efferato. È probabile che l’adolescente, già noto alle forze dell’ordine per motivi non specificati, abbia scelto deliberatamente come bersaglio una figura controversa e al centro dell’attenzione mediatica come il vescovo Emmanuel. L’utilizzo di un’arma così facilmente accessibile come un coltello solleva inoltre interrogativi sulla pianificazione e sulle intenzioni dell’attacco. La comunità, intanto, resta sconvolta da un’aggressione che ha colpito al cuore uno dei suoi luoghi di culto, in un momento di preghiera e di comunione.
Le autorità sono al lavoro per fare luce sull’accaduto, mentre la comunità cerca di riprendersi dallo shock e di ritrovare un senso di sicurezza e di pace, messo duramente alla prova da questi recenti eventi di violenza.