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Rischio nucleare in Ucraina: la centrale di Zaporizhzhia tra attacchi e sicurezza
Nel cuore del conflitto ucraino, la centrale nucleare di Zaporizhzhia emerge come un punto nevralgico di tensioni e preoccupazioni. Situato in una zona densa di rischi militari e circondata da mine, questo impianto da 6 GW ha subìto numerosi attacchi nelle ultime settimane, sollevando timori per la sicurezza nucleare nella regione. Durante un incontro a Sochi, il presidente russo Vladimir Putin ha confermato a Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), le intenzioni di riavviare l’impianto, senza però specificare un calendario preciso.
Le ostilità nei pressi della centrale non accennano a diminuire. Nella serata di ieri, un presunto attacco delle forze ucraine ha provocato morti e feriti a Tokmak, una città vicina all’impianto. Eugeni Balitski, governatore filorusso della regione, ha riferito di un minore tra le vittime e di gravi condizioni per alcuni feriti. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso, e il bilancio potrebbe aggravarsi.
Un impianto sotto assedio
La centrale è diventata una sorta di fortezza in prima linea, con l’artiglieria che passa sopra il suo tetto e soldati russi posizionati in postazioni di mitragliatori, impegnati a respingere gli attacchi dei droni. Solo la scorsa settimana, diversi droni hanno colpito un reattore, un centro di addestramento e un veicolo militare, provocando una vittima. La repressione del dissenso all’interno del complesso è stata severa, con centinaia di lavoratori arrestati e, in molti casi, torturati dalle forze di sicurezza russe. Questa situazione ha portato al fermo dell’ultimo reattore attivo nel settembre 2022, con il direttore ucraino Ihor Murashov che ha deciso di spegnerlo e unirsi ai tecnici nucleari in fuga.
I recenti attacchi aerei sulla centrale sono stati descritti come “diretti” da Grossi, aumentando le preoccupazioni per un possibile incidente nucleare. La situazione è complessa, con accuse incrociate tra Mosca e Kiev riguardo la responsabilità degli attacchi, rendendo ancora più difficile una valutazione chiara dei rischi.
Il parere degli esperti
Secondo Marco Ricotti, professore di Impianti Nucleari al Politecnico di Milano, nonostante la gravità della situazione, un disastro nucleare simile a Chernobyl o Fukushima sarebbe improbabile, dato che i reattori sono spenti da settembre 2023 e il calore residuo è gestibile. Tuttavia, l’esperto non esclude completamente il rischio di un incidente nucleare: un attacco missilistico potrebbe danneggiare il combustibile, causando la fuoriuscita di sostanze radioattive. In questo scenario, la direzione del vento determinerebbe l’area maggiormente colpita dalla contaminazione.
La situazione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia rimane estremamente tesa e imprevedibile. Gli attacchi continui e la militarizzazione dell’area accrescono il rischio di un incidente, con potenziali conseguenze devastanti non solo per l’Ucraina e la Russia ma per l’intera regione. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, sperando in una soluzione che prevenga ulteriori escalations e assicuri la sicurezza dell’impianto nucleare in questo contesto di conflitto.