![Rete di spionaggio russa in Austria: Arresto di ex agente e implicazioni internazionali 1 20240413 063119](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240413-063119.webp)
Scoperte sulla rete di spionaggio russa in Austria: Arrestato ex agente
In Austria, l’arresto di un ex agente dei servizi di intelligence ha sollevato nuovi interrogativi sulla portata e la profondità dell’influenza della rete di spionaggio russa non solo nel paese alpino ma anche in tutto il continente europeo. L’ex funzionario è accusato di aver sottratto informazioni confidenziali ai servizi segreti austriaci per trasferirle a Mosca, un’azione che evidenzia il persistente interesse della Russia per le attività di intelligence in Europa. Secondo quanto emerso, il suo dispositivo mobile conteneva dettagliati documenti con suggerimenti volti a “migliorare le operazioni” spionistiche.
Le indagini hanno rivelato che l’ex agente, il cui nome non è stato reso noto ma identificato con il solo cognome Ott per ragioni di privacy, aveva stabilito legami con l’intelligence russa già dal 2014. Queste connessioni sottolineano una lunga storia di collaborazione che ora si ritiene continui con la sua presenza in Russia. Ott, che ha prestato servizio come funzionario dell’intelligence in Turchia e Italia tra il 2001 e il 2012, prima di assumere un ruolo chiave nella gestione di agenti sotto copertura per l’agenzia di intelligence nazionale austriaca (Bvt), si trova al centro di questa intricata rete di spionaggio.
Accuse e sospensioni: La carriera controversa di Ott
La carriera di Ott presso la Bvt è stata macchiata da accuse di spionaggio in favore della Russia già nel 2017, portando a una sua sospensione. Tuttavia, nel 2018, fu riassegnato all’accademia di polizia austriaca, un movimento che sollevò dubbi sulla serietà delle accuse a suo carico o sulla capacità delle autorità di provare le sue azioni illecite. Nel 2021, con il riacutizzarsi delle indagini sui suoi presunti legami con Mosca, Ott fu nuovamente sospeso e poi arrestato, sebbene le prove a suo carico fossero considerate insufficienti per una detenzione prolungata, risultando nel suo rilascio dopo circa quattro settimane.
Secondo le autorità, tra il 2017 e il 2021, Ott avrebbe raccolto informazioni sensibili riguardanti individui di interesse per la Russia, con lo scopo di trasmetterle a Jan Marsalek, un altro presunto collegamento dell’intelligence russa, e a funzionari russi non meglio identificati. Questa attività includeva ricerche approfondite nei database delle polizie nazionali e comunicazioni con altri funzionari di polizia in tutta Europa, inclusi Italia e Gran Bretagna, evidenziando l’estensione transnazionale delle sue operazioni di spionaggio.
Operazioni sotto copertura e tentativi di intrusione
Le implicazioni delle azioni di Ott vanno oltre la semplice raccolta di informazioni. Cinque cittadini bulgari, ritenuti collaboratori di Marsalek, sono stati arrestati in Gran Bretagna, mostrando la rete internazionale tessuta attorno a queste operazioni di spionaggio. Interessanti sono i dettagli emersi dall’analisi delle comunicazioni tra Marsalek e uno dei sospetti, Orlin Roussev, sequestrate dall’agenzia di intelligence britannica MI5, che indicano piani per ulteriori operazioni.
Il caso si complica ulteriormente con l’episodio relativo al giornalista investigativo bulgaro Christo Grozev, noto per aver rintracciato agenti russi sospettati di essere coinvolti negli avvelenamenti di Sergei Skripal e Alexei Navalny. Ott, poco dopo il suo rilascio nel 2021, avrebbe ottenuto e successivamente fornito a Marsalek l’indirizzo viennese di Grozev, con l’obiettivo di introdursi nel suo appartamento per sottrarre dispositivi elettronici. Questo episodio dimostra il grado di pericolosità e audacia delle operazioni condotte dalla rete di spionaggio collegata a Ott e Marsalek.
La rete di spionaggio russa: un’ombra lunga sull’Europa
Oltre ai tentativi di furto e alla raccolta di informazioni, gli investigatori hanno scoperto nei dispositivi di Ott evidenze che indicano il trasferimento di cellulari appartenuti a tre ex funzionari di alto livello del ministero degli Interni austriaco a Mosca, per “ulteriori analisi”. Questi sviluppi gettano una luce inquietante sulla portata delle operazioni di intelligence russe in Europa, soprattutto considerando che sul cellulare di Ott sono stati trovati “suggerimenti per il miglioramento” delle operazioni dell’intelligence russa, seguito all’uccisione a Berlino, nel 2019, di un cittadino georgiano di etnia cecena, per la quale un uomo russo è stato condannato, agendo su ordine delle autorità russe.
La rivelazione di queste operazioni complesse e di alto profilo sottolinea il continuo interesse e l’attività di intelligence russa in Europa, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e sull’integrità delle informazioni all’interno dei paesi coinvolti. Questo caso apre nuove domande sulla capacità delle reti di spionaggio di operare trasversalmente tra le nazioni, sfidando i sistemi di sicurezza interni ed esterni, e sull’efficacia dei controlli e delle contromisure adottate dalle agenzie di intelligence e di sicurezza europee.