Rete di spionaggio russa in Austria: arrestato ex agente
L’arresto di un ex agente dei servizi di intelligence austriaci ha sollevato il velo su una complessa rete di spionaggio al servizio della Russia, estendendo le sue ramificazioni ben oltre i confini austriaci, fino a toccare diverse nazioni europee. Le indagini hanno evidenziato come l’uomo, precedentemente affiliato all’intelligence austriaca, avrebbe sottratto informazioni riservate per conto di Mosca, utilizzando il proprio dispositivo mobile come deposito di documenti finalizzati a ‘migliorare le operazioni’ spionistiche.
In tale contesto, emerge la figura di Jan Marsalek, individuato come una delle connessioni principali dell’ex agente con l’intelligence russa, a partire dal 2014. Le autorità ritengono che Marsalek si trovi attualmente in Russia, eludendo le indagini europee.
La carriera e le accuse all’ex agente
L’ex funzionario, identificato con il cognome Ott, ha prestato servizio come ufficiale di intelligence in Turchia e in Italia tra il 2001 e il 2012, per poi assumere un ruolo chiave nella gestione di agenti sotto copertura all’interno dell’agenzia di intelligence nazionale austriaca, nota come Bvt. La sua carriera presso la Bvt è stata interrotta nel 2017 a seguito delle prime accuse di spionaggio a favore della Russia, che hanno portato a una sua temporanea riassegnazione all’accademia di polizia austriaca. Le indagini hanno subito una svolta nel 2021, quando Ott è stato nuovamente sospeso e successivamente arrestato, benché le prove raccolte fossero state inizialmente giudicate insufficienti per una condanna definitiva, portando al suo rilascio dopo circa quattro settimane.
Durante il periodo tra il 2017 e il 2021, Ott avrebbe raccolto informazioni sensibili su individui di interesse per la Russia, con l’intento di trasmetterle a Jan Marsalek e ad altri rappresentanti non identificati delle autorità russe. Questa attività includeva ricerche approfondite nei database delle polizie nazionali e richieste di informazioni a funzionari di polizia di altri paesi europei, tra cui Italia e Gran Bretagna.
L’arresto dei complici e le operazioni contro Grozev
Le indagini hanno inoltre portato all’arresto di cinque cittadini bulgari in Gran Bretagna, ritenuti collaboratori di Marsalek. Documenti sequestrati dall’agenzia di intelligence britannica Mi5 hanno rivelato scambi di comunicazioni tra Marsalek e uno dei sospettati, Orlin Roussev, gettando luce su ulteriori operazioni di spionaggio. Interessante è il tentativo orchestrato poche settimane dopo il rilascio di Ott nel 2021 di localizzare l’indirizzo del giornalista investigativo bulgaro Christo Grozev a Vienna, noto per le sue indagini sugli agenti russi presumibilmente coinvolti negli avvelenamenti di Sergei Skripal e Alexei Navalny. Ott avrebbe fornito tale indirizzo a Marsalek, il quale avrebbe incaricato una squadra di introdursi nell’abitazione di Grozev per sottrarre dispositivi elettronici.
Ulteriori prove dell’attività spionistica di Ott includono il possesso dei cellulari di tre ex funzionari di alto livello del ministero degli Interni austriaco, dispositivi che sarebbero stati consegnati a un agente non identificato operante per Marsalek e poi inviati a Mosca per analisi approfondite.
Conclusioni delle indagini e impatto sull’intelligence europea
Sul cellulare di Ott, gli investigatori hanno scoperto documenti contenenti ‘suggerimenti per il miglioramento’ delle operazioni dell’intelligence russa in Europa, un dettaglio che sottolinea la sofisticata rete di spionaggio messa in atto da Mosca. Questa rivelazione segue l’arresto e la condanna in Germania, nel 2019, di un cittadino russo per l’omicidio di un georgiano di etnia cecena a Berlino, un’operazione ritenuta dagli inquirenti tedeschi eseguita su diretto ordine delle autorità russe.
L’intera vicenda mette in luce la crescente tensione tra Russia e paesi europei sul fronte dello spionaggio e della sicurezza informatica. La scoperta di questa rete di spionaggio non solo solleva questioni sulla vulnerabilità delle istituzioni europee ma anche sulla necessità di rafforzare le misure di controspionaggio e sicurezza internazionale.