Vertice di pace in Svizzera: l’Ucraina rifiuta le concessioni territoriali
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto categoricamente l’ipotesi di cedere territori all’interno di un potenziale accordo di pace, definendo tale idea ‘primitiva’. In una recente intervista rilasciata a Politico, Zelensky ha sottolineato la sua ferma opposizione a qualsiasi proposta che implichi la perdita di sovranità ucraina su parti del suo territorio, in risposta alle indiscrezioni su un presunto piano di pace avanzato dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Trump aveva accennato alla possibilità di risolvere il conflitto ‘in 24 ore’, pur negando che il suo piano prevedesse la cessione della Crimea e del Donbass a Mosca.
Invito a Trump e il piano di pace ucraino
Zelensky ha esteso un invito a Donald Trump, nuovamente in corsa per la presidenza degli Stati Uniti, a visitare l’Ucraina per osservare direttamente la situazione sul campo. Questo gesto sottolinea l’importanza che il presidente ucraino attribuisce al sostegno internazionale e al ruolo cruciale che gli Stati Uniti continuano a giocare nel conflitto. Parallelamente, Zelensky ha elaborato un piano di pace in 10 punti, basato sui principi della Carta delle Nazioni Unite, che sarà presentato durante una conferenza di pace a Lucerna, in Svizzera, il 15 e il 16 giugno. L’obiettivo è ottenere un assenso di principio da 80-100 Paesi, in attesa di una seconda conferenza che includa anche la Russia.
Reazioni internazionali e aiuti militari all’Ucraina
Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la vendita all’Ucraina di riparazioni critiche e pezzi di ricambio per sistemi missilistici Hawk, per un valore di 138 milioni di dollari, evidenziando l’urgente necessità di Kiev di potenziare le sue difese contro gli attacchi russi. Tuttavia, un pacchetto di aiuti militari da 60 miliardi di dollari rimane in sospeso, bloccato dai repubblicani al Congresso. Sul campo, la situazione continua a essere tesa, con la caduta del villaggio di Pervomaiske nel Donetsk dopo un anno e mezzo di combattimenti e attacchi missilistici contro diverse città ucraine.
Le sanzioni europee e le reazioni della Russia
L’Unione Europea sta preparando il 14° pacchetto di sanzioni contro la Russia e i sostenitori del regime di Putin, mentre il Tribunale dell’UE ha revocato le sanzioni contro gli oligarchi Petr Aven e Mikhail Fridman, sollevando critiche per la facilità con cui gli oligarchi russi sembrano aggirare le restrizioni finanziarie. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato l’iniziativa di pace, suggerendo che dietro vi siano interessi politici americani piuttosto che un genuino interesse per la risoluzione del conflitto.
La situazione sul campo e il futuro del conflitto
Mentre le tensioni sul campo di battaglia persistono, con attacchi missilistici e aerei contro infrastrutture civili e militari ucraine, il mondo osserva con attenzione gli sviluppi diplomatici e militari. La conferenza di pace in Svizzera rappresenta un momento critico per l’Ucraina nel cercare appoggio internazionale per una soluzione pacifica al conflitto, in un periodo in cui le dinamiche geopolitiche globali sono in continua evoluzione. La determinazione di Zelensky a non cedere territori sotto la pressione russa, unita al sostegno internazionale, segna una fase decisiva nella lunga ricerca di pace e sovranità per l’Ucraina.