In una Taiwan messa alla prova da un violento terremoto, emerge una storia di ingegneria e di orgoglio tutto italiano che ha contribuito a salvare uno dei grattacieli più imponenti al mondo: il Taipei 101. Questo colosso dell’architettura, che svetta con i suoi 508 metri di altezza, deve la sua resilienza a un’innovazione realizzata da una azienda veneta, la Fip Mec di Selvazzano (Padova), che nel 2004 ha installato una maxi sfera anti-sismica tra l’87esimo e il 92esimo piano dell’edificio.
La funzione di questa sfera, di 5 metri e mezzo di diametro, è paragonabile a quella di un pendolo: contrappone le sue oscillazioni a quelle indotte dalle scosse di terremoto, riducendole notevolmente. ‘Un pendolo che agisce in contrapposizione di fase rispetto alle oscillazioni indotte dalla torre e quindi le diminuisce notevolmente’, ha spiegato Renato Vitaliani, ex docente di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Padova e autore del collaudo di quell’opera. A supporto della sfera, dei dissipatori energetici smorzano il movimento post-sisma, prevenendo danni alla struttura.
Una realizzazione tutta italiana
Nonostante il progetto porti la firma di progettisti olandesi, la realizzazione dell’opera è merito della manodopera italiana, come ricorda con orgoglio Donatella Chiarotto, che all’epoca presiedeva il consiglio d’amministrazione della Fip Mec. Questa innovazione non solo ha già dimostrato la sua efficacia durante una scossa di magnitudo 6.8 in fase di costruzione, ma continua a proteggere il Taipei 101 e i suoi occupanti dalle minacce sismiche. ‘Sapevo che funzionava’, dichiara con soddisfazione Chiarotto, sottolineando come l’applicazione di tale tecnologia sia stata estesa anche a due torri a Manila, nelle Filippine.
Il successo di questa impresa non si limita solo all’aspetto tecnologico ma si estende anche a quello umano e professionale, rappresentando un orgoglio nazionale per l’Italia e, in particolare, per la sua capacità di eccellere all’estero. ‘È comunque un orgoglio, è bello quando si parla di un’azienda italiana che sa lavorare bene anche all’estero. Aver dato un contributo alla sicurezza delle persone mi fa piacere’, ha aggiunto Chiarotto.
Un aneddoto che parla di sfide e soluzioni
La conferma della qualità del lavoro svolto viene anche da Renato Vitaliani, che ha assistito al collaudo dell’opera: ‘E’ bello constatare, a distanza di anni, che il lavoro fu eccellente’. La resilienza del Taipei 101 durante il recente terremoto in Taiwan rappresenta quindi non solo un trionfo dell’ingegneria moderna ma anche un simbolo dell’eccellenza e della determinazione italiana nel campo dell’ingegneria civile.
La storia della maxi sfera anti-sismica del Taipei 101 è un esempio lampante di come l’innovazione, la competenza e la passione possano confluire in un progetto che supera i confini nazionali, proteggendo vite umane e patrimoni architettonici di valore inestimabile. In un mondo che affronta sfide sempre più complesse, l’apporto dell’ingegneria italiana si conferma essenziale, testimoniando il valore e l’importanza del contributo scientifico e tecnologico del nostro Paese sul palcoscenico globale.