Durante un’intervento davanti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, ha lanciato un’accusa grave contro Israele, sostenendo che lo Stato ebraico stia utilizzando la fame come arma di guerra nella Striscia di Gaza. Queste parole hanno riacceso i riflettori su una delle più drammatiche conseguenze del conflitto: la situazione umanitaria dei civili intrappolati nel territorio.
La gravità delle parole di Borrell
L’affermazione di Borrell non è priva di fondamento, considerando le relazioni tra Israele e Gaza negli ultimi mesi. Il rappresentante dell’UE ha dichiarato che circa mezzo milione di persone a Gaza sono «a un passo dalla carestia», descrivendo una situazione non attribuibile a disastri naturali, ma piuttosto a una strategia deliberata. La gravità di queste parole risiede nel fatto che impedire l’accesso a cibo e acqua potabile è considerato un crimine di guerra.