Israele apre un nuovo percorso umanitario verso Gaza
Israele ha annunciato l’apertura di un nuovo percorso umanitario verso il nord della Striscia di Gaza. Sei camion umanitari provenienti dall’Onu sono entrati nella regione attraverso la strada militare conosciuta come passaggio 96, utilizzata dalle forze di difesa israeliane per operazioni nel nord e nel centro di Gaza. Questo movimento rappresenta un’iniziativa volta a fornire aiuti diretti a una popolazione colpita duramente dagli eventi bellici, aprendo la strada a ulteriori operazioni di soccorso.
I camion, che trasportavano rifornimenti sufficienti per 25.000 persone, sono stati ispezionati da Israele al valico di Kerem Shalom prima di procedere lungo il nuovo percorso. L’obiettivo principale di questa iniziativa è quello di impedire a gruppi come Hamas di sottrarre gli aiuti destinati alla popolazione necessitante. Inoltre, questa nuova rotta permette un accesso più diretto alle zone settentrionali di Gaza, dove la situazione alimentare è particolarmente critica e urgente.
Una svolta per l’accesso umanitario
L’apertura di questa via di comunicazione per gli aiuti rappresenta una svolta significativa nella distribuzione degli aiuti umanitari nella regione. Evitando che i convogli debbano attraversare l’intero territorio in conflitto, si riducono notevolmente i rischi di attacchi e sequestri di aiuti lungo il tragitto. Il Cogat, il reparto dell’esercito israeliano responsabile di queste operazioni, ha dichiarato che i risultati di questo primo viaggio sperimentale saranno valutati dalle autorità politiche israeliane per una possibile istituzionalizzazione futura del nuovo percorso.
Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha già espresso la sua condanna riguardo all’uso della fame come strumento bellico. Questa iniziativa non solo mira a fornire assistenza diretta alle persone bisognose nella Striscia di Gaza, ma rappresenta anche un passo avanti nella lotta contro le pratiche che mettono in pericolo la sicurezza e il benessere delle popolazioni civili in zone di conflitto. La comunità internazionale sarà chiamata a valutare l’efficacia di queste misure e a sostenere ulteriori iniziative volte a garantire un accesso umanitario sicuro e costante per chi ne ha bisogno.