Medici Palestinesi denunciano abusi israeliani
Medici palestinesi dell’ospedale di Khan Yunis, nel sud di Gaza, riportano abusi e violenze da parte dell’esercito israeliano durante un’operazione avvenuta il 15 febbraio. Secondo la BBC, tra i racconti emersi, il dottor Ahmed Abu Sabha del Nasser Hospital ha testimoniato di essere stato maltrattato e ferito. Le testimonianze includono episodi di prigionia, percosse e umiliazioni, sia fisiche che psicologiche.
I medici e gli infermieri sono stati costretti a gesti degradanti, come spogliarsi e inginocchiarsi per ore, subendo anche l’umiliazione di essere bagnati con acqua ghiacciata. Le denunce riguardano pratiche che violano la dignità umana e professionale di operatori sanitari impegnati in un contesto già difficile come quello della Striscia di Gaza.
Contestazioni e giustificazioni
Hamas ha respinto le accuse secondo cui utilizzerebbe strutture mediche come nascondigli per i combattenti. Le autorità israeliane, dal canto loro, hanno affermato che l’invasione dell’ospedale di Khan Yunis era motivata da informazioni riguardo alla presenza di agenti di Hamas all’interno dell’edificio. In risposta alle immagini che mostrano uomini in mutande inginocchiati con le mani dietro la testa, l’esercito israeliano ha dichiarato che il sequestro dei vestiti è una prassi per la sicurezza.
L’armata israeliana ha sostenuto che tale misura è necessaria per prevenire l’occultamento di armi o esplosivi. I detenuti non ricevono immediatamente i loro indumenti per evitare che nascondano strumenti potenzialmente pericolosi. Queste spiegazioni sono state fornite in risposta alle critiche per i comportamenti ritenuti violenti e disumani nei confronti del personale medico e dei pazienti dell’ospedale.