Orbán e Trump: un incontro che scuote le dinamiche politiche internazionali
Donald Trump ha recentemente aperto le porte della sua residenza in Florida al primo ministro ungherese Victor Orbán. Durante l’incontro, Trump ha elogiato Orbán definendolo ‘un grande leader, un leader fantastico’. Questo gesto è stato interpretato dai media come un’azione provocatoria nei confronti dell’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Orbán, noto per le sue politiche illiberali, ha espresso il desiderio che Trump torni alla presidenza, sostenendo che sarebbe ‘meglio per il mondo e per l’Ungheria’.
Un atto di sfida a Biden
L’incontro tra Orbán e Trump a Mar-a-Lago è stato letto come una mossa politica volta a sfidare Joe Biden. Questo avvenimento è avvenuto subito dopo il discorso sullo Stato dell’Unione tenuto da Biden, in cui il presidente attuale ha criticato il suo predecessore per presunte azioni dannose alla democrazia. Biden ha indicato che Orbán ‘non pensa che la democrazia funzioni’ e ‘cerca una dittatura’. La presenza di Orbán a Mar-a-Lago e i commenti successivi sui benefici di un ritorno di Trump alla presidenza hanno sollevato preoccupazioni e tensioni nell’ambiente politico internazionale. Orbán ha rifiutato di inviare armi a Kiev durante il conflitto con la Russia e ha mantenuto solidi legami economici con Mosca, come dimostrato dal suo incontro con Putin lo scorso ottobre. Inoltre, Orbán ha espresso chiaramente il suo sostegno alle politiche conservatrici, sottolineando l’importanza di ‘sostenere le famiglie, combattere l’immigrazione illegale e difendere la sovranità delle nazioni’. La sua presenza ai raduni conservatori, come la riunione del Cpac, e i suoi legami con figure come Steve Bannon dimostrano la sua stretta relazione con il movimento conservatore guidato da Trump. Orbán ha anche sottolineato l’importanza di un ‘cambiamento politico negli Stati Uniti’ per raggiungere un accordo di pace tra Ucraina e Russia, legando così il futuro geopolitico alla figura di chi sarà presidente degli Stati Uniti.