La tensione tra USA e Israele: possibile taglio degli aiuti militari
Biden valuta di tagliare gli aiuti militari a Israele come forma di pressione per la gestione della crisi umanitaria a Gaza. La frustrazione della Casa Bianca per l’indisponibilità del governo israeliano a valutare le richieste di de-escalation potrebbe portare a uno stop agli invii di armi. Secondo David Ignatius del Washington Post, “Israele deve capire che il livello di frustrazione dell’amministrazione Biden ha raggiunto un limite”. La preoccupazione principale riguarda le conseguenze disastrose dell’estensione delle operazioni dell’Idf su Rafah, dove si trovano circa 1,5 milioni di palestinesi sfollati in condizioni precarie. Anche la vicepresidente Kamala Harris e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan hanno espresso preoccupazione in merito. Biden ha manifestato “disaccordo” rispetto alle scelte di Netanyahu, auspicando un cessate il fuoco temporaneo come soluzione.
La pressione politica su Biden
L’ala sinistra del partito democratico critica la linea di Biden, ritenendo troppo morbida la posizione nei confronti di Israele. Sostenere Netanyahu potrebbe avere un costo politico elevato per il presidente, specialmente durante la competizione elettorale con Donald Trump. Biden cerca di bilanciare le pressioni interne al partito, mantenendo un sostegno critico nei confronti di Israele. Biden si trova in una delicata posizione politica, dovendo gestire sia le richieste interne al partito democratico che le relazioni internazionali con Israele. Il supporto a Netanyahu potrebbe alienare una parte dell’elettorato democratico, soprattutto quello musulmano e più liberal. Il presidente deve navigare tra queste pressioni per mantenere un equilibrio politico stabile.
Gli invii di armi e le transazioni in corso
Nonostante le tensioni diplomatiche, gli Stati Uniti continuano a inviare armi a Israele. Secondo il Washington Post, sono stati contati almeno 100 pacchetti di vendita di armi dall’inizio della guerra il 7 ottobre a oggi. Si tratta di munizioni a guida di precisione, bombe di piccolo diametro e armi leggere, consegnate al di fuori del controllo del Congresso americano. Le consegne di armi, definite come “foreign military sales”, sono state effettuate in sordina per evitare dibattiti pubblici, poiché gli importi delle transazioni sono rimasti al di fuori della soglia che richiede l’approvazione del Congresso. Gli Stati Uniti hanno anche posto il veto su risoluzioni ONU che chiedevano un cessate il fuoco a Gaza e il blocco dell’offensiva su Rafah. Solo due vendite militari estere sono state rese pubbliche, ma l’amministrazione Biden è stata accusata di aggirare il Congresso per approvarle.