![L'Europa sotto accusa dell'ONU per la Repressione contro gli Attivisti Ambientalisti 1 20240303 170105](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240303-170105.webp)
L’Onu Bacchetta l’Europa per la Repressione Ambientalista
L’Onu ha criticato aspramente l’Europa per la sua repressione nei confronti degli attivisti ambientalisti, sottolineando la minaccia alla democrazia e ai diritti umani derivante da tali politiche. Michel Forst, relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dell’ambiente, ha condannato duramente Regno Unito, Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo per le violazioni subite dagli attivisti climatici. Il rapporto di un anno ha evidenziato molestie, brutalità e abusi di potere da parte delle forze dell’ordine contro manifestanti e giornalisti.
Repressione e Abusi di Potere
Le testimonianze raccolte da Forst documentano l’uso di mezzi coercitivi come spray urticanti, arresti sommari, prese dolorose e sequestri di effetti personali contro gli attivisti, inclusi i minori. Le tattiche impiegate ricordano più un’azione contro la criminalità organizzata che non la gestione di proteste pacifiche. Inoltre, sono state introdotte leggi e etichette punitive che cercano di screditare e associare gli ambientalisti a movimenti pericolosi, come la definizione di “eco-vandali” in Italia e di “terroristi internazionali” in Spagna per Extinction Rebellion.
Il trattato internazionale di Aarhus, finalizzato a garantire trasparenza e partecipazione nelle decisioni ambientali, è stato disatteso da nazioni che reprimono il diritto alla protesta pacifica. I governi europei, anziché proteggere il dissenso, lo reprimono e lo denigrano, creando un clima ostile per gli attivisti. La criminalizzazione dell’attivismo ambientale mina gli sforzi per affrontare l’emergenza climatica e nega voce a coloro che sollevano l’allarme.
L’appello per un Ascolto Attento
Secondo Forst, ascoltare e agire in risposta agli attivisti è cruciale per affrontare l’emergenza ambientale che minaccia il pianeta. Le decisioni dei governi che ignorano le raccomandazioni scientifiche creano solo maggiore dissenso e proteste. Il fallimento nell’adottare politiche adeguate alimenta la frustrazione e l’attivismo diretto degli ambientalisti.
Il relatore invita le autorità, i media e il pubblico a riconoscere l’importanza dell’attivismo pacifico e della disobbedienza civile come strumenti essenziali per far fronte alla crisi climatica. La voce dei difensori dell’ambiente non va repressa ma ascoltata, poiché solo attraverso la collaborazione e la comprensione si potrà sperare di affrontare con successo le sfide ambientali che ci minacciano.