La fine di un’era: il ritiro dei caschi blu dalla Repubblica Democratica del Congo
Comincia il ritiro dei caschi blu dalla Repubblica Democratica del Congo, segnando la conclusione di un capitolo significativo nella storia del paese africano. Durante una cerimonia emozionante alla base militare di Kamanyola, le bandiere delle Nazioni Unite e del Pakistan sono state sostituite da quelle della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), simboleggiando il passaggio di consegne e la fine di un lungo impegno internazionale. La missione delle Nazioni Unite, che ha visto circa 15mila soldati operare nelle province più conflittuali del paese come il Sud Kivu, il Nord Kivu e l’Ituri, si avvia verso una nuova fase.
Un ritiro pianificato e responsabile
Il ritiro dei caschi blu è parte di un piano attentamente pianificato in tre fasi, mirando a garantire un processo ‘ordinato, responsabile e sostenibile’. Il primo passo prevede il ritiro dal Sud Kivu di militari, poliziotti e dipendenti civili entro precise scadenze, delineando un percorso deciso per il passaggio di responsabilità alle autorità conglesi. Entro maggio, la Monusco dovrebbe abbandonare le sue quattordici basi nell’area e consegnarle alle forze di sicurezza locali, con Kamanyola che segna il primo avamposto militare a essere ufficialmente trasferito alla polizia della Rdc.
Reazioni contrastanti all’interno della comunità
Nella città di Kamanyola, la notizia del ritiro dei caschi blu ha suscitato reazioni contrastanti tra i residenti. Mentre alcuni accolgono con favore la decisione del governo, altri esprimono preoccupazioni legate alla sicurezza e all’economia locale. Mibonda Shingire, attivista per i diritti umani, riflette sul possibile impatto negativo sull’economia locale, evidenziando le preoccupazioni di coloro che potrebbero perdere i propri impieghi legati alla presenza della Monusco.
‘Non mi fa né caldo né freddo,’ commenta Ombeni Ntaboba, presidente del consiglio giovanile locale, illustrando la complessità delle opinioni in merito al ritiro delle forze internazionali. Allo stesso tempo, Joe Wendo, insegnante, esprime timori riguardo al ‘vuoto di sicurezza’ che potrebbe derivare dalla partenza dei caschi blu, evidenziando la percezione di sicurezza offerta dalla presenza delle truppe internazionali nel corso degli anni.