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Primarie in Michigan: Voti in Bianco e Sfide Interne
Alle primarie dei Democratici in Michigan molti hanno votato scheda bianca, con un dato significativo che emerge riguardo al voto degli elettori del partito. Biden ha ottenuto l’80% delle preferenze, ma circa il 13% ha optato per il voto in bianco, segnando la casella ‘non schierato’. Questo numero consistente di voti bianchi, circa 60mila, ha attratto l’attenzione, specialmente considerando che Biden ha ottenuto oltre 400mila voti. Un confronto interessante è con le primarie del 2012, quando i voti non schierati in Michigan furono circa 21mila.La provenienza del voto bianco è stata principalmente da parte di coloro all’interno del Partito Democratico che si oppongono a Biden, soprattutto per il suo supporto a Israele durante il conflitto con Hamas. Il Michigan ospita una significativa popolazione araba e musulmana, dopo stati come New York, New Jersey e Illinois. Con circa 250mila musulmani stimati, la città di Dearborn rappresenta un importante centro, con una delle moschee più frequentate degli Stati Uniti. Questo contesto ha influito sul voto uncommitted proveniente dall’opposizione di sinistra a Biden, con particolare rilevanza per il sostegno israeliano critico.
Appelli e Contestazioni: Riflessi sul Futuro Elettorale
Nelle settimane precedenti alle primarie, si sono intensificati gli appelli affinché gli elettori democratici votassero scheda bianca, principalmente per esprimere dissenso sulle politiche di sostegno a Israele. La deputata Democratica Rashida Tlaib, di origini palestinesi e attiva sostenitrice della causa, ha guidato queste iniziative. Tlaib ha evidenziato che il voto uncommitted potrebbe rappresentare un segnale critico per Biden, specialmente in relazione agli eventi a Gaza, con un alto numero di vittime civili. Il suo appello ha ricevuto sostegno non solo dalla comunità arabo-americana, ma anche da gruppi di attivisti per la pace e da sindacati locali.Il risultato delle primarie in Michigan assume un ruolo cruciale per Biden in vista delle elezioni di novembre, dove con molta probabilità si troverà ad affrontare Trump come candidato democratico. Considerando il sistema elettorale statunitense, la vittoria in Michigan si rivelerà strategica, poiché il presidente viene eletto dai ‘grandi elettori’, assegnati in base alla maggioranza di ogni stato. In un contesto dove gli ‘swing state’ hanno un peso significativo, Michigan si posiziona al centro, avendo visto un’inversione di tendenza da Trump a favore di Biden nelle elezioni del 2020.