![Israele progetta ulteriori 2 mesi di azioni militari a Gaza: tensione e pressioni internazionali 1 20240219 120449](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240219-120449.webp)
Israele Progetta Ulteriori 2 Mesi di Azioni Militari a Gaza
Altre sei o otto settimane di guerra su larga scala nella Striscia di Gaza. Secondo fonti delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) citate da Reuters, Israele ha pianificato ulteriori azioni militari per i prossimi mesi, con l’obiettivo di distruggere le strutture di Hamas e liberare gli ostaggi. Le truppe israeliane si preparano ad allargare l’offensiva su Rafah, città a sud della Striscia, dove si trovano più di 1,5 milioni di civili sfollati. L’approccio rimane incentrato sull’uso delle armi, senza spazio per la diplomazia.
Controversia sull’Accesso alla Moschea di al-Aqsa
La tensione cresce in Cisgiordania a causa delle restrizioni all’accesso alla moschea di al-Aqsa a Gerusalemme. Indiscrezioni sulla volontà del premier Benjamin Netanyahu di limitare l’accesso dei palestinesi alla moschea hanno scatenato polemiche. Hamas ha definito la decisione ‘criminale’ e ha chiesto al popolo palestinese di resistere e mobilitarsi. Il ministro degli Esteri israeliano ha assicurato che la libertà di culto sarà garantita durante il Ramadan, ma le preoccupazioni per possibili violenze rimangono alte.
Pressioni dall’Europa per un Cessate il Fuoco
Il Lussemburgo critica duramente Israele, sottolineando la necessità di porre fine ai raid eccessivi. Dopo quasi cinque mesi di guerra, diventa difficile giustificare gli attacchi come autodifesa, con oltre il 70% delle vittime civili, tra cui donne e bambini. L’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, chiede sanzioni contro i coloni violenti e sottolinea la necessità di denunciare le azioni terroristiche in Cisgiordania. Paesi come l’Irlanda e la Spagna minacciano di agire unilateralmente se non si raggiunge un accordo sulle sanzioni.Benny Gantz minaccia di intensificare le operazioni a Rafah se gli ostaggi non saranno restituiti entro l’inizio del Ramadan. Il Ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che, in mancanza di un ritorno degli ostaggi, i combattimenti continueranno nell’area di Rafah. Gantz sottolinea la volontà di coordinarsi con partner come gli Stati Uniti ed l’Egitto per ridurre al minimo le vittime civili e facilitare le evacuazioni. La situazione rimane estremamente delicata, con la comunità internazionale che esercita pressioni per raggiungere un cessate il fuoco e porre fine alle violenze in corso.