Piano USA-Arabi per la Palestina: Sforzi per la Pace in Medio Oriente
Dopo oltre quattro mesi di conflitto a Gaza, gli Stati Uniti e i partner arabi stanno accelerando i propri sforzi per realizzare un piano di pace a lungo termine in Medio Oriente.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, si sta lavorando su una tempistica precisa per la creazione di uno Stato palestinese. Il primo passo prevede un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, durante il quale gli Stati Uniti annuncerebbero il progetto e la formazione di un governo palestinese ad interim.
Le Sfide di Netanyahu al Piano di Pace
Una strategia ambiziosa, ma che rischia di infrangersi sul muro di Benyamin Netanyahu, storico oppositore della soluzione dei due Stati.
Il suo portavoce ha commentato l’iniziativa americana dichiarando: “Non è tempo di regali”, quasi a bocciare l’intera proposta. Il piano di pace è strettamente legato ai negoziati per una tregua che possa portare al rilascio di ostaggi, un’opzione ancora considerata “possibile” dall’amministrazione Biden.
Obiettivi e Tempi del Piano di Pace
L’obiettivo principale è raggiungere un accordo prima dell’inizio del Ramadan, fissato per il 10 marzo, al fine di evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni della popolazione di Gaza durante il mese di digiuno.
A quel punto, si prevede di annunciare una road map che includerebbe il ritiro delle comunità di coloni dalla Cisgiordania, la creazione di una capitale palestinese a Gerusalemme Est, la ricostruzione di Gaza, accordi di sicurezza e governance per i Territori riconciliati.
Per Israele, le contropartite includono garanzie specifiche di sicurezza e una normalizzazione nei rapporti con Riyadh e altri Stati arabi.
Lavorano a questo schema gli Stati Uniti con Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Emirati e rappresentanti palestinesi. Si valuta anche il possibile riconoscimento anticipato di uno Stato palestinese, mentre dai Paesi arabi emerge ottimismo sulla riunione dei gruppi palestinesi per formare un governo di tecnocrati e discutere il ruolo politico di Hamas nella Gaza post-conflitto.
L’incognita principale in questo processo resta Israele, definito “l’elefante nella stanza” dal Washington Post.
Il premier Netanyahu considera irricevibili le richieste di Hamas e si oppone fermamente alla creazione di uno Stato palestinese, ritenendo cruciale “il controllo di tutta l’area a ovest del Giordano” per la sicurezza.