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Paesi arabi riducono l’uso delle basi USA: impatto sulla campagna militare
Gli Emirati Arabi Uniti e altri Paesi in Medio Oriente stanno limitando in maniera crescente l’utilizzo da parte degli Stati Uniti delle strutture militari presenti sul loro territorio. Questa mossa, confermata da fonti anonime a Politico, solleva interrogativi sulla campagna militare autorizzata dall’amministrazione Biden contro i gruppi filoiraniani legati all’Asse della resistenza. Il regime degli ayatollah è nel mirino degli americani per il supporto fornito alle milizie in Siria, Iraq e Yemen, che si sono attivate dopo il 7 ottobre a sostegno di Hamas. In questa delicata situazione, gli Emirati Arabi e altri Paesi cercano un equilibrio tra sostenere gli Stati Uniti e evitare reazioni ostili dall’Iran.
Le basi militari USA nella regione mediorientale ospitano circa 45.000 truppe americane, distribuite principalmente in Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, e Qatar. Oltre a queste nazioni, ci sono centinaia di militari presenti in basi in Iraq, Siria, Turchia e in avamposti meno noti come quello in Giordania, dove tre soldati statunitensi sono stati uccisi a seguito di un attacco con droni proxy di Teheran. In particolare, negli Emirati Arabi, l’Al Dhafra Air Base ospita velivoli americani come i droni da ricognizione MQ-9 Reaper. Sebbene gli Stati Uniti neghino tensioni riguardo all’utilizzo della base, le azioni militari recenti potrebbero indicare altrimenti, come i raid in Yemen con caccia decollati dalla portaerei USS Dwight D. Eisenhower e bombardieri B-1 dalla Ellsworth Air Force Base nel South Dakota.
Impatto sulle relazioni tra USA e Paesi arabi
Il dilemma di Abu Dhabi e di altri leader arabi è evidente nel tentativo di gestire le conseguenze del conflitto tra Tel Aviv e Hamas nella Striscia di Gaza. La cautela è dettata dalla preoccupazione di non esacerbare le tensioni locali critiche verso Israele e gli Stati Uniti. Qualsiasi scoppio di rivolte potrebbe mettere a rischio la stabilità politica e sociale in diversi Paesi della regione. Il generale Pat Ryder, portavoce del ministero della Difesa americano, riconosce che le relazioni con i partner nella regione presentano alcuni contrasti, ma al momento non sembrano causare difficoltà insormontabili. Tuttavia, in caso di ulteriore escalation con Teheran, questa situazione potrebbe rapidamente evolvere in una crisi di dimensioni maggiori.