Un futuro alimentare sostenibile: il riso di manzo coltivato
Un’innovativa soluzione ibrida è emersa dal laboratorio dell’Università Yonsei in Corea del Sud, aprendo le porte a un potenziale rivoluzionario nel settore alimentare. Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Matter, ha presentato un interessante esperimento: la creazione di un “riso di manzo coltivato”, un ibrido che unisce cellule animali e vegetali per offrire un’alternativa proteica sostenibile e a minor impatto ambientale.
La tecnica e i benefici
Secondo il dottor Sohyeon Park, primo autore dello studio, questa particolare forma di riso ibrido potrebbe rivoluzionare il concetto di alimentazione, offrendo tutti i nutrienti necessari al corpo umano. La tecnica impiegata prevede l’inserimento di cellule muscolari e di grasso animale all’interno dei chicchi di riso, sfruttando la struttura porosa e organizzata del cereale come base di crescita per le cellule animali. Questo processo non solo garantisce la solidità strutturale alle cellule, ma sembra favorire anche lo sviluppo di sostanze nutritive benefiche.
Il procedimento di lavorazione non è da sottovalutare: i chicchi di riso vengono trattati con gelatina di pesce per consentire alle cellule staminali animali di aderire perfettamente alla superficie. Dopo un periodo di coltura di 9-11 giorni, il risultato ottenuto è un alimento ibrido che soddisfa standard di sicurezza alimentare, con un aumento significativo del contenuto proteico e lipidico rispetto al riso tradizionale. L’equipe di ricerca sta attualmente valutando ulteriori passaggi di lavorazione per potenziarne ulteriormente il valore nutrizionale.
Impatto ambientale e sostenibilità
Il vantaggio principale di questa innovativa soluzione alimentare risiede nel suo impatto ambientale ridotto. Mentre l’allevamento tradizionale richiede ingenti risorse e contribuisce all’emissione di gas serra, il “riso di manzo coltivato” proposto dallo studio coreano offre un’alternativa più sostenibile. Secondo il dottor Park, per ogni 100 grammi di proteine prodotte da questo prodotto, si stima un rilascio di CO2 inferiore a 6,27 kg, in netto contrasto con i quasi 50 kg rilasciati dalla carne bovina.
Se commercializzato, questo innovativo alimento potrebbe avere un costo di circa 2,23 dollari al chilogrammo, rappresentando un notevole risparmio rispetto ai prodotti proteici convenzionali. Considerando anche i recenti aumenti di prezzo della carne, questa nuova soluzione potrebbe non solo offrire un’opzione più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche più accessibile per i consumatori.