Perdita della ‘guerra grande’ in Ucraina e Medio Oriente
Lucio Caracciolo, direttore di Limes, mette in luce come l’Occidente stia gradualmente perdendo la ‘guerra grande’ in Ucraina e nel Medio Oriente. In un’intervista al Fatto Quotidiano, Caracciolo sottolinea che molti italiani non sono consapevoli di essere coinvolti in un conflitto bellico. Egli spiega che la guerra non è solo il tradizionale combattimento di trincea ma comprende anche la competizione globale tra Stati Uniti, Russia e Cina. Questa competizione si manifesta in conflitti di varia intensità, come quelli in Ucraina e nel Medio Oriente, insieme a scontri a bassa intensità nell’Indo-Pacifico.
Caracciolo prevede un progressivo disimpegno degli Stati Uniti dagli affari oltre l’Oceano, sottolineando che questa tendenza non è una novità introdotta da Trump ma riflette una volontà duratura degli americani di ridurre il coinvolgimento globale. Questo scenario presenta un dilemma significativo per l’Europa, poiché la sicurezza del continente è strettamente legata all’ombrello difensivo statunitense. Inoltre, Caracciolo evidenzia come l’Italia stia affrontando una fase di crescente insicurezza, evidenziata dalla presenza russa nel Mediterraneo e dalle tensioni nel Mar Rosso.
Israele e la questione palestinese
Dopo il 7 ottobre, Caracciolo osserva un progressivo distacco di Israele dal resto dell’Occidente, con implicazioni a lungo termine non solo per il paese ma anche per gli ebrei della diaspora. Il direttore di Limes critica la mancanza di chiarezza negli obiettivi di Israele nel conflitto, sottolineando come la strategia di eliminare Hamas non sia realizzabile e possa addirittura rafforzare i gruppi terroristici. Inoltre, preoccupa l’idea emersa in alcuni settori israeliani di risolvere la questione palestinese attraverso l’espulsione non solo da Gaza, ma anche dalla Cisgiordania.
Caracciolo evidenzia la necessità per l’Italia di assumere maggiore consapevolezza della realtà geopolitica attuale e delle responsabilità ad essa associate. Propone la stipula di un patto bilaterale speciale con gli Stati Uniti, basato su nuovi accordi per la sicurezza che tengano conto delle mutate dinamiche globali. Il direttore di Limes suggerisce che, nonostante sarebbe auspicabile un’azione europea unitaria, attualmente l’Unione Europea non sembra in grado di agire con coesione e determinazione, soprattutto data la complessità delle sue dinamiche interne a 27.