Controversia a Davos: il rifiuto di noleggiare attrezzatura sportiva agli ebrei ortodossi
Una polemica si è accesa a Davos dopo che un ragazzo ebreo ortodosso è stato rifiutato nel tentativo di noleggiare degli airboard in un ristorante specializzato. Il cartello esposto con la scritta “Non noleggiamo attrezzatura sportiva ai nostri fratelli ebrei” ha sollevato indignazione e preoccupazione, portando la Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) a definire il messaggio come “chiaramente discriminatorio”.
Reazioni e indagini sulla discriminazione
La FSCI ha manifestato la propria indignazione riguardo al cartello discriminatorio, con il segretario generale Jonathan Kreutner che ha definito il comportamento come “scioccante e chiaramente discriminatorio”. La situazione ha generato preoccupazione poiché comportamenti individuali hanno finito per colpire l’intera comunità. La Polizia cantonale dei Grigioni ha avviato un’inchiesta sull’accaduto, considerando l’ipotesi di reato di discriminazione e incitamento all’odio.
Dopo le critiche ricevute, il titolare del ristorante si è scusato e ha sostituito il cartello iniziale con uno multilingue che spiega le condizioni per il noleggio dell’attrezzatura sportiva. Tuttavia, il gestore ha sottolineato che molti ospiti si presentavano in modo inadeguato, noleggiavano le slitte e, se incontravano difficoltà, richiedevano assistenza.
Il rispetto delle regole e la questione della sicurezza
Alcuni comportamenti potrebbero essere riconducibili al precetto religioso della modestia e dell’umiltà noto come “tznius”, seguito dagli ebrei ortodossi. Questo concetto include regole riguardanti l’abbigliamento, vietando indumenti troppo vistosi. La situazione a Pischa potrebbe essere stata influenzata dal rifiuto di alcuni clienti di indossare abiti e scarpe adatte all’ambiente montano.
Il noleggiatore ha confermato che alcuni turisti ebrei hanno richiesto slitte senza calzature adeguate, abbandonandole sulle piste e generando situazioni di emergenza non necessarie. La decisione di non noleggiare più attrezzatura a determinati gruppi non è stata motivata da discriminazione religiosa, ma dalla preoccupazione per la sicurezza e la responsabilità. L’obiettivo è evitare incidenti gravi causati da comportamenti negligenti.