Scandalo a Davos: Cartelli discriminatori contro gli ebrei
Discriminazione a Pischa: La località di Pischa, nel comprensorio sciistico di Davos, è stata scossa da un gravissimo episodio di discriminazione. Un negozio ha affisso un cartello shock, vietando agli ebrei l’accesso all’attrezzatura da neve. La motivazione dietro questa decisione discriminatoria è legata a presunti furti e danneggiamenti subiti dall’esercizio da parte di ebrei ortodossi. La polizia dei Grigioni ha prontamente avviato un’inchiesta per fare luce su questa vicenda inaccettabile.
Indagine e reazioni indignate
Apertura di un’indagine: Il portavoce Roman Rüegg ha confermato l’avvio di un’indagine penale su questo caso di discriminazione evidente. Ha dichiarato: “Abbiamo classificato il fatto come un possibile reato punibile d’ufficio e abbiamo quindi avviato un’indagine”. Le autorità cantonali dei Grigioni stanno lavorando per accertare i fatti e assicurare che venga fatta giustizia.
Reazioni indignate e azione legale: La Federazione svizzera delle comunità israelite ha annunciato l’intenzione di intraprendere un’azione legale per violazione della norma penale contro il razzismo. Questo episodio non è isolato, poiché in passato sono emerse difficoltà nel rapporto con alcuni ospiti ebrei ortodossi. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che non si può giustificare alcuna forma di discriminazione sulla base di presunti comportamenti scorretti di singoli individui.
Dialogo e distanziamento: Il Ceo dell’organizzazione turistica di Davos-Klosters ha dichiarato: “Prendiamo le distanze anche se alcuni ospiti hanno difficoltà nel rispettare le regole. In qualità di organizzazione turistica siamo in contatto con tutte le parti e cerchiamo di promuovere un dialogo”. È importante affrontare le questioni legate al rispetto delle regole e al comportamento in maniera rispettosa e costruttiva, evitando generalizzazioni che possano alimentare pregiudizi e discriminazioni.