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Crimini hi-tech: il caso Flipper Zero e il bando in Canada
Flipper Zero è diventato un nome noto nel mondo dell’informatica, ma non per i motivi benefici e ludici per cui è stato originariamente progettato. Questo dispositivo open-source ha destato preoccupazione poiché è stato adottato dai criminali per fini illeciti, in particolare nei furti d’auto. Dotato di funzionalità avanzate, Flipper Zero può leggere, copiare ed emulare una vasta gamma di codici e radiocomandi, compresi quelli utilizzati per aprire le automobili keyless, senza chiavi.
Una tecnologia avanzata nelle mani sbagliate
Presentato sul mercato nell’agosto del 2020, Flipper Zero è un piccolo dispositivo dalle immense potenzialità. Con un’antenna 433MHz che copre fino a 50 metri, è in grado di intercettare e emulare segnali sotto 1GHz, oltre a supportare RFID, NFC, Bluetooth, infrarossi, Touch Memory, porta USB e lettore microSD. Una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per chiunque abbia intenzioni poco oneste.
Il governo canadese ha preso una decisa posizione nei confronti di Flipper Zero, optando per il suo bando sul territorio nazionale. Questa decisione è stata motivata dai crescenti casi di furto d’auto che coinvolgono l’uso di dispositivi come Flipper Zero. Secondo i dati del ministero della Pubblica Sicurezza canadese, più di 9.000 vetture vengono rubate ogni anno nel paese, con i ladri che abbracciano sempre più spesso tecnologie avanzate per compiere i loro reati.
La controversia sul bando e le critiche alla decisione
L’annuncio del divieto di importazione e vendita di Flipper Zero ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni apprezzano l’intervento deciso del governo per contrastare i furti d’auto, altri sollevano dubbi sulle effettive implicazioni di questa mossa. Alcuni critici sottolineano che strumenti comuni come cacciaviti possono essere utilizzati per fini criminali, ma non per questo vengono messi al bando.
Per coloro che si oppongono al provvedimento, il focus dovrebbe spostarsi verso il potenziamento dei sistemi di sicurezza delle automobili stesse, anziché concentrarsi sul divieto di dispositivi come Flipper Zero. La questione solleva dibattiti sull’equilibrio tra libertà nell’utilizzo di tecnologie avanzate e la necessità di proteggere la sicurezza pubblica da potenziali minacce.