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Procedura d’infrazione dell’UE contro l’Ungheria
La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione contro l’Ungheria riguardo a una legge sulla protezione della sovranità, simile alla normativa russa sugli agenti stranieri. Questa legge, approvata poco prima di Natale dal Parlamento ungherese, ha generato critiche da parte di organizzazioni non governative e dissidenti, che la considerano uno strumento per reprimere l’opposizione nel Paese, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee e amministrative di giugno. Il provvedimento impone il divieto per candidati, partiti politici e associazioni coinvolte nelle elezioni di accettare finanziamenti stranieri, sotto la minaccia di sanzioni penali.
Reazioni e confronto tra Ungheria e UE
Il portavoce del Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, Zoltan Kovacs, ha replicato alle critiche definendo l’azione dell’UE come un attacco alla legge sulla protezione della sovranità, ideata per contrastare influenze straniere, soprattutto finanziamenti provenienti da George Soros, definito il principale finanziatore della sinistra. Questo scontro tra Bruxelles e Budapest sullo stato di diritto si è intensificato con l’avvio della procedura d’infrazione, portando al congelamento di oltre 30 miliardi di euro di finanziamenti europei destinati all’Ungheria, compreso il PNRR.
Nonostante la Commissione abbia sbloccato 10,2 miliardi di euro a seguito dell’approvazione da parte dell’Ungheria di una riforma del sistema giudiziario, alcuni esperti ritengono che questa modifica non affronti completamente le preoccupazioni dell’UE. Budapest ha ora due mesi per rispondere alle osservazioni sollevate dall’Unione Europea, altrimenti potrebbe esserci un ulteriore avanzamento della procedura d’infrazione, che comporterebbe l’emissione di un parere motivato che richiederebbe alla nazione di porre fine alla presunta violazione entro un termine stabilito.
Questo braccio di ferro tra Ungheria e Unione Europea ha evidenziato una crescente tensione riguardo ai princìpi democratici e allo stato di diritto all’interno del blocco comunitario, mettendo in discussione la compatibilità delle azioni ungheresi con i valori fondamentali dell’UE. La situazione rimane in evoluzione e potrebbero esserci ulteriori sviluppi significativi nelle prossime settimane, mentre l’Ungheria cerca di difendere le proprie politiche sovrane in un contesto sempre più europeo e internazionale.