Le tensioni nel Pd: Zingaretti e Emiliano fuori dalla corsa alle Europee
Le liste per le Europee agitano il Pd, Zingaretti e Emiliano non corrono. Tra i dem romani corre voce che Zingaretti non voglia allontanarsi dal Paese perché potrebbe essere il prossimo candidato a sindaco del Pd per la Capitale. Ma al di là delle reali intenzioni di Zingaretti, senza lui e senza Emiliano in campo la raccolta dei voti in quelle due regioni rischia di essere meno ricca del previsto. Alcuni sostenitori di Bonaccini ritengono che il presidente del Pd commetterebbe un grosso errore candidandosi, perdendo così i contatti con la politica nazionale proprio in una fase di travagli e cambiamenti.Un’Europa che divide e preoccupa il Partito Democratico. Perciò c’è chi ha suggerito a Bonaccini di cedere il passo a Virginio Merola. Se l’ex sindaco di Bologna fosse eletto all’Europarlamento dovrebbe rinunciare al seggio alla Camera. Il presidente del Pd potrebbe così fare il suo ingresso a Montecitorio e condizionare con maggiore forza la linea del partito. Molti esponenti dell’area Bonaccini hanno ribadito la necessità che il Pd non «deragli» sull’Ucraina e sul Medioriente, ma la linea non convince tutti quelli della sua area che si sono riuniti per discutere delle prossime mosse.
Primarie e candidature: il futuro incerto del Partito Democratico
Le candidature alla segreteria si moltiplicano nel Pd. C’è Antonio Decaro, che sogna le primarie, e Matteo Lepore, il sindaco di Bologna sempre più attivo. L’instancabile Castagnetti punta su Emilio Del Bono, ex sindaco di Brescia, ora vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia. E c’è De Luca di cui nessuno ha capito il vero obiettivo: si candiderà a segretario o giocherà un ruolo di grande sponsor per qualcun altro? Molti pensano già al dopo Schlein, ma l’unità del partito sembra ancora una chimera secondo un autorevole esponente pd: «Quando Franceschini farà un’intervista in cui lancerà un appello all’unità, vorrà dire che ha trovato la soluzione che ha messo d’accordo tutti».