![Violenza di gruppo a Catania: il terribile atto che ha scosso la città 1 20240204 175909 1](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240204-175909-1.webp)
Violenza di gruppo a Catania: l’orrore vissuto da una 13enne
La cittadina di Catania è stata scossa da un terribile atto di violenza perpetrato ai danni di una giovane ragazza di soli 13 anni. Il brutale episodio ha avuto luogo nei bagni pubblici del rinomato giardino di Villa Bellini, durante la serata del 30 gennaio. La vittima si trovava in compagnia del suo fidanzato, un giovane di 17 anni, quando è stata circondata da un gruppo di aggressori. La ragazza ha vissuto momenti di terrore mentre cercava disperatamente di difendersi dall’orrore che stava subendo.
I responsabili di tale atto di violenza, sette giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, sono stati fermati dalle autorità competenti. Tre di loro sono minorenni, mentre i restanti quattro sono maggiorenni di origine egiziana. È emerso che i sospettati si trovavano in Italia da tempo, avendo fatto ingresso nel Paese quando erano ancora minorenni. La procura catanese, guidata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Anna Trinchillo, ha emesso i decreti di fermo per i quattro maggiorenni, mentre la procura dei minorenni si è occupata dei tre giovani di età inferiore.
Identificazione dei colpevoli e contributo delle vittime
La giovane vittima e il suo fidanzato hanno giocato un ruolo determinante nell’identificazione dei responsabili di questa terribile violenza. La ragazza ha riconosciuto due dei minorenni coinvolti durante un confronto con i membri del branco. Tuttavia, non è stata in grado di identificare gli altri componenti, sostenendo di non averli visti chiaramente e di non desiderare accusare persone innocenti. Il fidanzato della vittima, che è stato trattenuto dagli altri aggressori mentre la ragazza veniva violentata, ha fornito importanti dettagli che hanno permesso di avanzare nelle indagini.
Il racconto della vittima rivela l’orrore vissuto durante l’aggressione: “È stato un incubo, non c’era nessuno a quell’ora”, ha dichiarato la giovane. Mentre due degli aggressori compivano l’atto violento, gli altri membri del gruppo tenevano fermo il fidanzato della ragazza, costringendolo a guardare la scena. La coppia è riuscita a fuggire e a chiedere aiuto in strada, dove alcuni passanti hanno contattato immediatamente le autorità competenti.
Appello per semplificare le procedure investigative
Il magistrato Sebastiano Ardita ha sottolineato la necessità di snellire le procedure burocratiche che, a suo dire, rallentano le indagini in casi di violenza come quello avvenuto a Catania. Ardita ha evidenziato che, nonostante la moderna normativa sul codice rosso, esistono ancora ostacoli che possono compromettere l’efficacia delle indagini. L’importanza di garantire un’azione rapida ed efficace in situazioni di emergenza come questa è cruciale per assicurare giustizia e protezione alle vittime di violenza.