Scandalo delle consegne con droni: arresti a Viterbo e altre province italiane
Cellulari, microtelefoni e sostanze stupefacenti sono stati consegnati a detenuti italiani attraverso un sistema sofisticato che coinvolgeva l’uso di droni. Le indagini, avviate dalla Procura di Asti, hanno portato all’emissione di ordinanze di custodia cautelare per quattro individui, con residenza in diverse province del Paese, tra cui Viterbo.
Un business clandestino di milioni di euro
Il servizio di consegna a domicilio in carcere, gestito dai criminali, si rivelava essere un vero e proprio business clandestino. I dispositivi illegali, una volta consegnati, venivano rivenduti ai detenuti ad un prezzo che variava tra i 300 e i 1000 euro ciascuno. Quest’attività illecita avrebbe generato un fatturato di quasi 100mila euro solo nel corso del 2023, secondo le autorità investigative.
La mattina di ieri, le autorità hanno proceduto con l’arresto di Vasil Dziatko, residente nel territorio viterbese, coinvolto nell’organizzazione criminale. Parallelamente, le squadre mobili di Napoli e Agrigento hanno eseguito ordinanze simili per Simone Iacomino, già detenuto per un altro reato nel carcere di Agrigento, Veronica Virgilio e Salvatore Sbroscia, entrambi residenti a Napoli.
Queste persone sono sospettate di far parte di un’associazione a delinquere il cui scopo era la consegna in carcere di telefoni cellulari, schede SIM e caricabatterie. Le attività illegali di questi individui, che hanno violato la legge e messo a rischio la sicurezza nelle carceri, sono state oggetto di un’indagine accurata che ha portato alle misure cautelari applicate.