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Il mistero di Karas, il bimbo abbandonato
Karas, il bimbo abbandonato che ha catturato l’attenzione di molti, ha finalmente un nome. Il fascicolo per abbandono di minore aperto sulla scrivania del pubblico ministero Sara Ombra si arricchisce di dettagli e testimonianze che cercano di dipanare il mistero dietro l’abbandono di questo piccolo. Le testimonianze dei residenti del Giambellino indicano la presenza di donne incinte o puerpere, gettando luce su una situazione intricata e delicata.
Indizi e sospetti nel caso di Karas
Le circostanze che circondano l’abbandono di Karas sono vaghe ma suggestive. La mancanza di una sequenza chiara dell’abbandono e alcune frasi enigmatiche lasciate dal presunto padre gettano ombre su quanto accaduto. Il misterioso nome ‘Karas’, di derivazione copta, potrebbe essere la chiave per comprendere le origini di questo bimbo e dei suoi genitori. Il riferimento a un eremita e santo cristiano lascia intravedere una possibile connessione con la comunità egiziana cristiana presente a Milano da tempo immemore.
Karas, ora al sicuro e accudito, sembra godere di ottima salute nonostante le circostanze che lo hanno portato all’attenzione pubblica. Il 53enne Ghobrial, che si è preso cura di lui con amore, ha dichiarato che il piccolo non ha mai pianto. Presso la clinica De Marchi, il bambino viene attentamente seguito dai medici e dagli infermieri, che confermano il suo stato di salute generale. Non ci sono segni di malnutrizione o patologie evidenti, e i servizi sociali del Comune stanno procedendo con le dovute procedure per garantire a Karas un futuro sereno.
In un contesto così affollato e in una posizione così visibile, è difficile immaginare come il bimbo abbandonato abbia potuto restare solo per quei pochi minuti cruciali. La vicenda di Karas continua a suscitare emozioni contrastanti e interrogativi sulla società e sulle responsabilità collettive.