Tredicenne violentata alla Villa Bellini di Catania, 7 fermati
Una tragedia scuote Catania con la notizia di una tredicenne violentata alla Villa Bellini, uno dei luoghi più frequentati della città. La giovane è stata vittima di un abuso sessuale da parte di due minori, mentre gli altri cinque membri del gruppo guardavano, immobilizzando il fidanzato della ragazza. L’episodio si è verificato il 30 gennaio, in un momento in cui le strade erano affollate per le celebrazioni in onore di Sant’Agata. La premier Giorgia Meloni esprime la sua solidarietà alla vittima e assicura che sarà fatta giustizia.
Il contesto e lo sconvolgente atto sono stati descritti dagli inquirenti, che hanno rivelato che la giovane e il fidanzato sono stati inseguiti e molestati da un gruppo di sette ragazzi di origine egiziana. Dopo averli costretti ad entrare nei bagni del giardino, due minori avrebbero abusato ripetutamente della ragazza, mentre gli altri complici tenevano fermo il fidanzato. La vittima è riuscita a divincolarsi e fuggire, raggiungendo via Etnea dove è stata soccorsa da passanti che hanno chiamato i carabinieri. La situazione ha scatenato l’indignazione e l’orrore nella comunità catanese.
Indagini e provvedimenti delle procure
La Procura di Catania, guidata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Anna Trinchillo, ha emesso decreti di fermo per i quattro maggiorenni coinvolti, mentre la procura dei minorenni si è occupata dei tre ragazzi più giovani. Tutti e sette sono accusati di violenza sessuale di gruppo. Grazie alla collaborazione di uno degli indagati, che ha fornito informazioni per identificare gli altri complici, è stato possibile procedere con i fermi. La vittima stessa avrebbe riconosciuto uno degli aggressori, contribuendo alle indagini.
Le indagini sono state condotte con celerità dai carabinieri, che in meno di 48 ore sono riusciti a concludere le indagini. Un blitz è stato effettuato per arrestare i responsabili, compresi i due minori che hanno materialmente commesso l’abuso. L’aspetto scientifico delle investigazioni è stato cruciale, con il Ris di Messina che ha identificato le tracce biologiche in tempi rapidissimi. Questo ha portato all’individuazione dei colpevoli e alla loro cattura, dimostrando l’efficacia delle tecniche investigative.
Le conseguenze giudiziarie degli arresti hanno portato quattro maggiorenni in carcere a Catania e uno agli arresti domiciliari, mentre i tre minori sono detenuti in un Centro precautelare cittadino. Tuttavia, uno di loro dovrà trovare un nuovo avvocato, poiché quello d’ufficio ha rinunciato all’incarico. In risposta all’orrendo crimine, la Lega ha sollevato nuovamente la questione della castrazione chimica come forma di punizione, evidenziando la necessità di una risposta severa di fronte a simili atrocità.