![Acciaierie d'Italia: respinto il ricorso, il futuro dell'acciaio italiano in bilico 1 20240202 201913](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240202-201913.webp)
Rigettato il ricorso di Acciaierie d’Italia
In una decisione chiave per il futuro dell’acciaio italiano, il Tribunale di Milano ha preso una posizione definitiva respingendo il ricorso presentato da Acciaierie d’Italia contro il processo di amministrazione straordinaria per il sito produttivo di Taranto, precedentemente conosciuto come ex ILVA. L’industria siderurgica di Taranto, che rappresenta un importante fulcro per l’economia pugliese, è stata a lungo alle prese con una profonda crisi finanziaria, la quale ha aperto la strada a discussioni e controversie sulla sua gestione futura.
Un quadro aziendale complesso
L’assetto societario vede il 68% di Acciaierie d’Italia in mano alla multinazionale franco-indiana ArcelorMittal, la quale ha espresso la volontà di non proseguire ulteriori investimenti nell’impianto. Lo Stato italiano, detentore del rimanente 32%, ha manifestato invece l’intenzione di sottrarre il controllo da ArcelorMittal allo scopo di evitare una graduale chiusura dell’acciaieria che porterebbe a migliaia di licenziamenti. Il nodo cruciale della disputa si focalizza sulla volontà del governo di ricorrere all’amministrazione straordinaria, una misura per permettere all’azienda di continuare ad operare sotto la supervisione del tribunale, delineando un piano di rientro per i debiti accumulati.
La posizione del governo e la risposta del tribunale
Il governo ha avanzato la richiesta di avviare la procedura di amministrazione straordinaria, forte del sostegno di un decreto-legge approvato lo scorso anno che attribuisce allo Stato il diritto di richiedere l’amministrazione straordinaria per le aziende da esso controllate e considerate “strategiche”, anche senza il consenso degli altri soci. In questo contesto, Acciaierie d’Italia, la cui gestione è legata a manager vicini ad ArcelorMittal, ha avanzato un ricorso, sostenendo l’incostituzionalità del decreto. Tuttavia, la corte milanese ha rigettato tale appello.
A conferma dell’importanza attribuita alla questione, a metà gennaio il governo ha emanato un ulteriore decreto-legge volto a garantire maggiori tutele ai lavoratori delle aziende sottoposte a questa procedura. Sebbene di portata generale, il decreto è stato chiaro nell’intenzione, essendo stato approvato in un momento particolarmente critico per la crisi dell’ex ILVA.
Il futuro di Acciaierie d’Italia
La decisione del tribunale apre ora nuovi scenari per il futuro di Acciaierie d’Italia. Il rifiuto di accogliere il ricorso da parte dell’azienda segna un punto di svolta che potrebbe condurre alla ridefinizione degli equilibri interni e all’imposizione di un piano di salvataggio che preveda il sostegno e il controllo pubblico. Questa sentenza rappresenta un importante precedente per le aziende “strategiche” in crisi, rafforzando la posizione dello Stato nelle dinamiche di gestione aziendale in momenti di difficoltà.
La risposta del tribunale milanese evidenzia la priorità data alla tutela dei posti di lavoro e alla continuità operativa di un’industria chiave per l’economia nazionale, nonché alla necessità di una gestione che possa garantire la sostenibilità a lungo termine dell’ente produttivo, in un contesto economico e sociale già fortemente provato da anni di incertezze e ristrutturazioni.
Con il respingimento del ricorso, si apre una fase di incertezza per i vertici di Acciaierie d’Italia e per ArcelorMittal, che dovranno ora confrontarsi con le nuove disposizioni e con il ruolo preponderante che lo Stato potrà rivestire nell’immediato futuro dell’acciaieria. Resta da vedere come si evolverà la situazione e quali saranno le mosse concrete che il governo e i nuovi amministratori straordinari intraprenderanno per rilanciare l’azienda e proteggere l’occupazione, in un settore industriale che è stato a lungo il cuore pulsante dell’industria pesante italiana.
Foto Credits: Il Post