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Laurea honoris causa a Giulia Cecchettin: il simbolico gesto dell’Università di Padova
Nel silenzioso rispetto che pervadeva l’aula magna dell’Università di Padova, si è consumato un atto dal profondo significato simbolico: la conferimento della laurea in Ingegneria Biomedica a Giulia Cecchettin, la giovane studentessa tragicamente scomparsa lo scorso novembre. La cerimonia, tenutasi in data 2 febbraio, ha visto la presenza di figure istituzionali e un’aula colma di commozione e di rispetto per la memoria della studentessa.
Il dolore del padre di Giulia, Gino Cecchettin, ha trovato espressione in parole struggenti: «Ci manchi più dell’ossigeno». Un’affermazione che risuona come un lamento universale, che oltrepassa i confini della cerimonia per toccare le corde più intime di una comunità scossa da un evento tragico. Il conferimento del titolo postumo è stato un gesto desiderato dalla famiglia e fortemente supportato dalla rettrice Daniela Mapelli, che ha voluto rendere omaggio alla vita e al percorso accademico di Giulia.
Un impegno collettivo contro il femminicidio
Di fronte a questo quadro di profondo cordoglio, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha presenziato alla cerimonia, ribadendo la responsabilità collettiva di fronte a tragedie come questa: «Siamo tutti responsabili e su questo tema non c’è colore politico. Formare non è solo erudire i nostri studenti, ma renderli cittadini di una democrazia aperta e inclusiva», ha dichiarato. Queste parole non solo sottolineano l’importanza dell’educazione nel prevenire la violenza di genere, ma anche il ruolo delle istituzioni nell’affrontare con determinazione tale piaga sociale.
Nel suo intervento, il padre di Giulia non ha mancato di sottolineare il vuoto lasciato dalla figlia: «Non riesco a esser felice. Giulia, hai provocato uno squarcio nelle coscienze di tutti, nella mia per prima. Sarai sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto, e sarai sempre nel nostro cuore», ha detto Gino Cecchettin dal podio, sottolineando l’indelebile impronta che Giulia ha lasciato nel tessuto sociale e umano di chi l’ha conosciuta.
Un ricordo accademico e personale
La rettrice Mapelli, pur non avendo avuto modo di conoscere personalmente Giulia, ha riportato le impressioni dei docenti che l’avevano avuta come studentessa. Giulia è stata descritta come un «primo violino», un elemento di riferimento essenziale, sorridente e interessata, che ora richiede una «risposta corale» di fronte alla violenza subita.
La professoressa Silvia Todros, che ha fatto da relatrice a Giulia, ha portato alla luce l’argomento della tesi che Giulia aveva scelto: lo sviluppo di costrutti innovativi per la rigenerazione di tessuti tracheali. Una testimonianza del talento e della passione della studentessa per la sua branca di studi, che aveva scelto con l’intento di contribuire al progresso e al benessere della società.
Il simbolo della lotta contro la violenza
A Vigonovo, paese di origine di Giulia, si è manifestato un silenzioso ma eloquente tributo: fiocchi rossi hanno segnato la strada in cui la giovane aveva vissuto, simboli di una battaglia contro il femminicidio che continua anche al di fuori delle aule universitarie. Sul cancello dell’abitazione dei Cecchettin, tre corone d’alloro e dediche hanno testimoniato il dolore e la solidarietà di amici e parenti.
Prima della cerimonia, il padre Gino e la sorella Elena Cecchettin avevano scelto il silenzio, ma poi, di fronte alla comunità accademica e a un’aula gremita di persone, hanno trovato le parole per salutare Giulia. «Sono fiera di te», ha detto Elena, le sue parole seguite da un lungo applauso. In un gesto simbolico di protesta e di memoria, qualcuno ha agitato un mazzo di chiavi per fare rumore, rispondendo all’appello lanciato da Elena dopo la tragica scoperta: «Fate rumore».
La cerimonia di laurea di Giulia Cecchettin, dunque, diventa un momento di riflessione collettiva, un’intima commemorazione e un appello a non dimenticare. L’impegno dell’Università di Padova e delle istituzioni si fa portavoce di un messaggio più ampio, che esorta a lottare contro la violenza sulle donne e a promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione, in ogni ambito della società.
Foto Credits: Gazzetta.it