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La protesta degli agricoltori in Europa: valichi chiusi tra Belgio e Olanda
La tensione tra gli agricoltori europei e le politiche attuali si infiamma, con l’escalation di proteste che ha portato alla chiusura di diversi valichi di frontiera tra Belgio e Olanda. Dopo il cosiddetto “giovedì nero” e l’assedio a Bruxelles, il traffico nella capitale belga è ora più scorrevole, ma la protesta si estende nelle province di Brabant, Lussemburgo e Hainaut, così come in parte delle Fiandre. Il ministro francese dell’Agricoltura, Marc Fesneau, ha espresso ottimismo sulla risoluzione della crisi, pur riconoscendo l’esistenza di questioni irrisolte che hanno innescato le manifestazioni.
Macron e la richiesta di un’Europa più forte
Il presidente francese Emmanuel Macron ha evidenziato la necessità di un’Europa più decisa nel proteggere i guadagni degli agricoltori, soprattutto di fronte alla grande distribuzione. Durante la conferenza stampa del Consiglio Europeo, Macron ha condiviso la sua richiesta alla presidente della Commissione Europea di rivedere le strategie per evitare che le norme francesi vengano eluse da “centrali d’acquisto” estere. “Abbiamo visto in questi ultimi anni”, ha dichiarato Macron, “che determinati distributori si sono organizzati a livello europeo con centrali d’acquisto e che, mediante queste ultime, cercano di aggirare la legge francese”.
La strada verso la sovranità alimentare della Francia
Con un’ottica di sovranità alimentare, il primo ministro francese Gabriel Attal ha annunciato la volontà di inserire l’obiettivo di autonomia agricola in una nuova legislazione. “Vogliamo essere sovrani, sovrani per coltivare, sovrani per raccogliere”, ha affermato Attal, sottolineando la necessità di “produrre e proteggere”. Il sostegno economico non mancherà, con due miliardi di euro destinati a prestiti per gli agricoltori e 150 milioni di euro per alleggerire il carico fiscale del settore. Anche il ministro dell’economia Bruno Le Maire ha annunciato controlli incrociati su supermercati per garantire il rispetto della legge Egalim e l’origine certificata dei prodotti francesi. La Francia si mostra contraria anche al trattato commerciale con i paesi del Mercosur, come ribadito dal primo ministro.
La riforma fiscale tedesca e le proteste degli agricoltori
In Germania, il Bundestag ha approvato l’eliminazione graduale delle esenzioni fiscali per l’acquisto di gasolio da parte degli agricoltori. Questa misura ha generato ampie proteste, con i lavoratori del settore che hanno bloccato strade e autostrade. Il presidente dell’Associazione degli agricoltori tedesca, Joachim Rukwied, spera che i rappresentanti dei Land al Bundesrat possano rallentare l’approvazione della legge. “L’aumento delle tasse sul diesel agricolo deve scomparire”, ha dichiarato Rukwied. La decisione è parte del tentativo di colmare il deficit causato dal veto della Corte costituzionale sull’uso dei fondi anti-Covid per la crisi climatica. Inizialmente il governo aveva eliminato lo sconto sul gasolio, ma di fronte alle proteste ha deciso di procedere gradualmente fino al 2026 e di riconsiderare l’abolizione dell’esenzione delle tasse sull’acquisto di mezzi agricoli.
Un’Europa a sostegno dell’agricoltura
Le dichiarazioni di Macron e le politiche annunciate dalla Francia delineano una visione condivisa di un’Europa che supporti i propri agricoltori, non solo in termini di sovranità alimentare, ma anche nella lotta contro le pratiche di mercato sleali. Il conflitto tra le necessità degli agricoltori europei e le politiche attuali è ormai un tema centrale nell’agenda politica, con la richiesta di una maggiore protezione dei redditi e della produzione di qualità contro le pressioni della grande distribuzione e le sfide del libero mercato internazionale.
Le mobilitazioni in Belgio, Olanda e Germania sottolineano un disagio crescente che si sta diffondendo in molti stati dell’Unione. Le questioni sollevate dai trattori in rivolta non sono solamente economiche, ma toccano i nervi della sostenibilità, dell’equità e dell’identità culturale legati al mondo rurale. Mentre i governi nazionali prendono misure correttive, la sostenibilità dell’agricoltura europea e la salute delle sue comunità rurali restano argomenti caldi sul tavolo delle istituzioni europee, che sono chiamate a trovare un equilibrio tra le esigenze di modernizzazione e le legittime aspettative di chi lavora la terra.
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