Le dimissioni di Sgarbi tra scandali e sfuriate
In un clima di scandali e tensioni, Vittorio Sgarbi ha annunciato le sue dimissioni da sottosegretario di Stato alla Cultura. L’annuncio è arrivato durante “La Ripartenza”, evento organizzato a Milano dal conduttore tv Nicola Porro. Sgarbi, figura controversa e spesso al centro dell’attenzione mediatica, si è lasciato alle spalle mesi di inchieste e scandali che hanno fatto il giro del mondo, dalla rivelazione dei suoi cachet d’oro a un presunto caso di riciclaggio d’arte. “Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario, non voglio essere sottosegretario”, ha dichiarato, sottolineando la sua decisione di informare la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del suo ritiro.
Da conferenziere a indagato: gli scandali di Sgarbi
Il viaggio di Sgarbi attraverso la bufera mediatica ha preso il via con uno scoop che lo vedeva protagonista di conferenze retribuite, nonostante la legge Frattini del 2005 vieti ai membri dell’esecutivo di svolgere attività professionali in materie connesse all’incarico anche gratuitamente. Il critico d’arte avrebbe fatturato almeno trecentomila euro in eventi privati durante il suo mandato. Ma le ombre si sono intensificate con l’emergere del caso “Cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti, un’opera trafugata e poi ricomparsa in circostanze misteriose, che ha spinto la Procura di Macerata a indagare Sgarbi per furto di beni culturali.
A questi si aggiunge l’inchiesta riguardante l’opera “Concerto con bevitore” di Valentin de Boulogne, per la quale si indaga su una presunta esportazione illecita. Il quadro, di valore milionario, sarebbe stato acquistato in nero per diecimila euro dall’autista di Sgarbi, secondo le accuse.
Conflitti e Antitrust: il duro confronto con Sangiuliano
La tensione è salita alle stelle con l’intervento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust), che ha aperto un’istruttoria sulle attività di Sgarbi a seguito di segnalazioni anonime inviate dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “L’Antitrust mi ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime… Questa conferenza, secondo quello che l’Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile”, ha spiegato Sgarbi, rivelando le motivazioni della sua dimissioni. Il critico non ha risparmiato frecciate all’indirizzo di Sangiuliano, definendolo “uomo senza dignità” per aver dato seguito a lettere anonime, anziché scartarle.
Le “scuse” di Sgarbi e il futuro
Il colpo di scena delle dimissioni è stato definito dallo stesso Sgarbi un “colpo di teatro“, ma non senza una certa teatralità, ha affermato di voler impugnare il provvedimento dell’Antitrust tramite il Tar. “Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze”, ha proseguito, liberandosi del peso del mandato di sottosegretario. Non sono mancate scuse, almeno in apparenza, per le sue recenti sfuriate contro i cronisti, giustificandosi con la sua natura impulsiva e ritirando gli auguri di morte precedentemente espressi.
Il percorso di Sgarbi sembra ora orientato verso nuovi orizzonti, lontano dalle responsabilità istituzionali che fino a poco tempo fa lo vedevano in una posizione di rilievo nella cultura italiana. Le sue prossime mosse restano un mistero, ma sicuramente non mancheranno nuove occasioni pubbliche che lo vedranno protagonista, questa volta come un libero cittadino, non più come rappresentante del governo.
Foto Credits: Il Fatto Quotidiano