Un tragico incidente sul lavoro si è verificato la scorsa notte allo zuccherificio di Brindisi, provocando la morte di Vincenzo Valente, un 46enne di Latiano. Valente, dipendente di una ditta esterna, stava effettuando lavori di manutenzione al nastro trasportatore dell’impianto quando si è verificato l’incidente che gli è costato la vita.
La dinamica dell’incidente
Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio avrebbe avuto un tragico incidente poco dopo la mezzanotte, tranciandosi un braccio durante le operazioni di manutenzione. La grave emorragia che ne è seguita è stata fatale. I colleghi di lavoro, presenti al momento del fatto, hanno immediatamente lanciato l’allarme.
Sul posto sono intervenuti la polizia, il personale del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spesal), il 118 e i vigili del fuoco. Nonostante i tempestivi soccorsi, per Valente non c’è stato nulla da fare.
Sequestro dell’area e indagini in corso
L’area dell’incidente, comprendente la torre e il nastro trasportatore, è stata sottoposta a sequestro su disposizione della Procura di Brindisi, che ha aperto un’inchiesta per stabilire la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità. Le autorità stanno indagando per capire se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza previste.
Questo tragico evento ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente in Puglia, una delle regioni italiane con la più alta incidenza di infortuni mortali.
La reazione dei sindacati
La Uil Puglia e il coordinamento Uil di Brindisi hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia e ai cari dell’operaio di Latiano. In una dichiarazione congiunta, i rappresentanti sindacali hanno sottolineato la necessità di interventi più incisivi per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
«La Puglia si conferma tra le regioni a più alta incidenza di infortuni mortali nei luoghi di lavoro, ma nonostante le nostre proposte e sollecitazioni la politica è ancora incomprensibilmente ferma, a ogni livello istituzionale. Non può certo bastare una patente a crediti in cui la vita umana è valutata una manciata di crediti, servono interventi più incisivi», hanno dichiarato i sindacati.
Proposte per migliorare la sicurezza
Tra le proposte avanzate dai sindacati c’è la creazione di una procura speciale che intervenga sui casi di incidenti nei luoghi di lavoro, l’assunzione di ispettori per incrementare i controlli e una stretta sulle aziende che non applicano le misure di sicurezza e i contratti collettivi sottoscritti dai sindacati rappresentativi. «Forse è giunto il momento di creare una procura speciale che intervenga su quelli che a tutti gli effetti sono spesso omicidi nei luoghi di lavoro».
Inoltre, i sindacati chiedono investimenti per incrementare i controlli, attualmente insufficienti, e per la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, anche nelle scuole. «Occorre investire nell’assunzione di ispettori per incrementare i controlli al momento insufficienti, serve una stretta sulle aziende che non applicano le misure di sicurezza».
Le promesse non mantenute
Un mese fa, i sindacati avevano avuto un incontro con il presidente della Regione Puglia, durante il quale erano state prospettate una serie di misure per migliorare la sicurezza sul lavoro. Tuttavia, secondo i rappresentanti sindacali, nulla è stato concretamente attuato. «Un mese fa abbiamo avuto un incontro con il presidente della Regione, in cui ci erano state prospettate serie di misure per la sicurezza: aumenti dei controlli, risorse per la formazione e per la diffusione, anche nelle scuole, della cultura della sicurezza sul lavoro. Ma al momento tutto è rimasto sulla carta».
La questione della sicurezza sul lavoro è quindi ancora aperta, con numerosi interrogativi che attendono una risposta da parte delle istituzioni. «Più in generale bisogna tornare a dare il giusto valore alla vita umana e al lavoro, come sinonimo di benessere e sviluppo e non di morte».