Il Cavaliere e il Generale: Contrasti Ideologici e Politici
Quell’«ignoriamolo» che campeggia sul faccione del generale Vannacci, detto generale, sui manifesti del Pd, e che il detto generale medesimo ha riutilizzato stampandolo su una t-shirt, perché non ci può essere migliore propaganda per lui di un invito a ignorarlo. Dall’altro lato, invece, c’è quel «censuriamolo» cui la sinistra antagonista si è ispirata a Napoli quando ha tentato di non farlo parlare allorché è stato ospite del comitato «Il mondo al contrario».
Io credo invece che chi si oppone al generale, non fosse altro per il semplice fatto che un generale delle forze armate italiane sia sceso nell’agone politico mentre è ancora in servizio, dovrebbe piuttosto usare argomenti, ragionare, discutere le «fregnacce» (il copyright di questa definizione è dell’«alleato» Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia). Che sono tutte discutibilissime, infatti, e di cui la sinistra, nella sua minorità attuale, sembra invece aver paura perché crede che siano popolari.
Il Pensiero di Berlusconi su Vannacci
Io per esempio mi sono chiesto che cosa avrebbe pensato, e forse detto, Silvio Berlusconi del generale Vannacci e della sua Weltanschauung. Già più o meno sappiamo quello che ne pensano gli altri due superstiti leader di ciò che fu agli inizi il Polo delle Libertà; e cioè Bossi, che l’ha praticamente detto contestando direttamente le scelte di Salvini, e Fini che è stato occupato in altre faccende in questi giorni ma che con la sua passata abiura dal fascismo ha abiurato anche molte idee sostenute dal generale, tipo quella che Mussolini sia stato un grande statista (uomo di Stato, sì, per vent’anni; statista no, perché ha portato il paese che guidava alla peggiore tragedia della sua storia).
Ma forse nel chiederci che cosa ne avrebbe detto il Cavaliere basta in definitiva guardare proprio a quel nome, il Polo delle Libertà, che lui scelse per l’alleanza di centrodestra risultata vittoriosa nel 1994 e poi da allora mai più scioltasi. Libertà era infatti la parola chiave della polemica di Berlusconi contro la sinistra, accusata invece di dirigismo, statalismo, autoritarismo delle idee e conformismo dei costumi.
Contrasti tra Libertà e Ordine
Ora, applicare l’ispirazione alla libertà alle politiche promosse dal generale Vannacci è impossibile. Lui è quanto più a destra si possa immaginare (l’ha detto Salvini, e se lo dice lui…) proprio perché preferisce l’ordine e la disciplina alla libertà. Quando il generale dice a gay e lesbiche che non sono normali, si preoccupa dell’omogeneità della società, a scapito della libertà degli individui. Quando dice che i disabili, per il loro bene ovviamente, starebbero meglio a scuola separati dai ragazzi «normali», si preoccupa del successo della classe, non della persona. Praticamente tutto il contrario della cultura che il Cavaliere introdusse nella politica italiana, la quale invece, da sinistra come da destra, veniva da una radicata tendenza al collettivismo, e al prevalere dello Stato sugli individui.
Berlusconi abbracciò questo credo liberista anche con qualche esagerazione (ricordate il «ciascuno padrone a casa sua»?) e con qualche impropria immedesimazione del proprio interesse personale con la libertà di ognuno. Ma questo fu il berlusconismo, ancor prima che nella politica nella tv commerciale: l’esplosione di un individualismo gioioso o feroce, a seconda dei casi e delle circostanze. Mentre il generale, da buon soldato, vorrebbe farci marciare in riga, il Cavaliere, da buon gaudente, avrebbe voluto che ognuno potesse fare il comodo suo.
La Sessualità e la Libertà Personale
Apoteosi di questa radicale differenza culturale è il tema della sessualità, per come lo tratta il generale e per come lo considerava il Cavaliere. Non c’era bisogno delle recenti dichiarazioni di Francesca Pascale, lesbica dichiarata anche con il suo fidanzato di allora, per sapere quanto fosse liberale Berlusconi sulla vita privata delle persone, e nella sua in particolare. Sarebbe inorridito di fronte all’omofobia del generale. E avrebbe avuto ragione.