Sciopero dei giornalisti Rai: la protesta del 6 maggio
Lunedì 6 maggio è stato proclamato uno sciopero dai giornalisti e dalle giornaliste della Rai, la tv pubblica italiana. La protesta, indetta dal sindacato Usigrai, è stata annunciata lo scorso 25 aprile e non è stata rinviata né precettata. Le ragioni dello sciopero sono molteplici e puntano il dito contro diverse criticità che affliggono l’azienda.
Usigrai ha sottolineato che il motivo principale della protesta è il ‘controllo asfissiante sul lavoro giornalistico’, accusando l’azienda di voler ridurre la Rai a un ‘megafono del governo’. Altre problematiche segnalate includono l’assenza di un piano industriale, le carenze di organico in tutte le redazioni, il rifiuto dell’azienda di avviare una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità e la stabilizzazione dei colleghi precari.
Le dichiarazioni di Usigrai e la risposta della Rai
Per spiegare le ragioni dello sciopero, Usigrai ha pubblicato un video animato che illustra le principali criticità. Il sindacato ha dichiarato: ‘Non possiamo accettare che il lavoro giornalistico venga manipolato e strumentalizzato per fini politici’. Usigrai ha inoltre denunciato una gestione aziendale che, a loro avviso, non rispetta il diritto all’informazione libera e indipendente.
La Rai ha risposto ai comunicati diffusi in questi giorni dal sindacato, sostenendo che ‘la decisione del sindacato Usigrai di scioperare si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche’. A supporto della posizione aziendale, il sindacato di destra interno, Unirai, ha chiesto ai propri iscritti di lavorare per coprire i turni di chi sciopererà, anche se quel giorno fosse di riposo.
Le rivendicazioni dei giornalisti
Le rivendicazioni di Usigrai non si fermano al controllo editoriale. Tra le richieste principali c’è la stabilizzazione dei precari. Molti giornalisti che lavorano per la Rai sono sotto contratto a termine o collaborano come freelance, una situazione che, secondo Usigrai, mina la qualità del lavoro giornalistico e la sicurezza lavorativa dei dipendenti.
Un altro punto critico riguarda la ‘mancata sostituzione delle maternità’. Usigrai sostiene che l’azienda non garantisce adeguate sostituzioni per le giornaliste in congedo di maternità, creando ulteriori carenze di organico e sovraccaricando i colleghi rimasti in redazione. Questa situazione, secondo il sindacato, è insostenibile e richiede interventi immediati.
Il no alla selezione pubblica
Un altro tema caldo è il rifiuto dell’azienda di avviare una selezione pubblica per giornalisti. Usigrai ha più volte chiesto che la Rai metta in atto procedure trasparenti e aperte per l’assunzione di nuovi giornalisti, ma fino ad oggi le richieste sono rimaste inascoltate. Il sindacato ritiene che una selezione pubblica sarebbe fondamentale per garantire la meritocrazia e la qualità dell’informazione.
‘La Rai deve tornare a essere un servizio pubblico al servizio dei cittadini, non un feudo privato’, ha dichiarato un rappresentante di Usigrai. ‘Una selezione pubblica è il primo passo per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra emittente’.
Le carenze di organico
Usigrai ha anche denunciato gravi carenze di organico in tutte le redazioni. I giornalisti lamentano una mancanza cronica di personale, che rende difficile garantire una copertura adeguata delle notizie e un servizio di qualità per il pubblico. ‘Non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni’, ha affermato un giornalista che ha preferito rimanere anonimo. ‘Le redazioni sono allo stremo e questo si riflette inevitabilmente sulla qualità del nostro lavoro’.
La reazione della politica
La protesta dei giornalisti Rai ha suscitato reazioni anche nel mondo politico. Diversi esponenti hanno espresso preoccupazione per la situazione all’interno dell’emittente pubblica e hanno chiesto un intervento immediato per risolvere le criticità segnalate dal sindacato.
‘La Rai è un patrimonio pubblico e deve essere gestita con trasparenza e responsabilità’, ha dichiarato un parlamentare dell’opposizione, sottolineando l’importanza di garantire un’informazione libera e indipendente. ‘Non possiamo permettere che interessi politici mettano a rischio la qualità dell’informazione’.
Le prospettive future
Mentre lo sciopero del 6 maggio si avvicina, resta da vedere se la protesta dei giornalisti Rai riuscirà a ottenere le risposte e le soluzioni che Usigrai chiede da tempo. Il sindacato ha già annunciato che, in assenza di passi concreti da parte dell’azienda, le mobilitazioni potrebbero proseguire anche nelle prossime settimane.
‘La nostra lotta non si ferma qui’, ha dichiarato un rappresentante di Usigrai. ‘Continueremo a fare pressione sull’azienda finché non vedremo cambiamenti reali e tangibili’.