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La Riforma della Giustizia: Un Percorso Tortuoso Verso la Separazione delle Carriere
La riforma della giustizia in Italia, in particolare la separazione delle carriere dei magistrati, è un tema che ha attraversato decenni di dibattiti e proposte politiche. A partire dal riordino del processo penale nel 1989, vari governi hanno tentato di realizzare questa riforma, ma senza successo. Figure politiche di rilievo come Bettino Craxi, i Radicali, Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema hanno tutti cercato di portare avanti questo cambiamento, ma la strada è stata sempre piena di ostacoli.
Giorgia Meloni, attuale Presidente del Consiglio, sembra determinata a proseguire su questo percorso. Con il supporto del suo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e parte dell’opposizione, il governo attuale considera la riforma dell’ordinamento giudiziario un obiettivo realizzabile.
Un Disegno di Legge Costituzionale in Arrivo
Il governo Meloni ha promesso che il testo della riforma approderà in Consiglio dei Ministri entro maggio sotto forma di disegno di legge costituzionale. Questa riforma prevede non solo la separazione delle carriere, ma anche l’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura (Csm) e di un’Alta Corte che giudicherà sia i magistrati giudicanti che requirenti.
Nonostante le promesse e gli accordi politici, il percorso resta complesso. Carlo Nordio, nel suo libro scritto con Giuliano Pisapia, ha sottolineato l’importanza di “dialogare in punta di fioretto” piuttosto che “entrare con la clava nella cristalleria”. Un approccio che sembra voler evitare ulteriori conflitti con la magistratura.
Le Reazioni della Magistratura
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia, ha espresso un’opinione contrastante sulla riforma. Da un lato, ha criticato la proposta definendola “la riforma di chi ha in antipatia un singolo pm”, dall’altro ha auspicato un confronto con il ministro Nordio per un contributo tecnico prima che la riforma diventi legge.
L’apertura al dialogo potrebbe sembrare un passo avanti, ma non si esclude la possibilità di nuovi scontri. Il governo considera il dialogo benefico, a patto che non diventi un tentativo per bloccare la riforma. La strategia è quindi quella di procedere con cautela, osservando attentamente le reazioni del congresso dell’Anm previsto per la prossima settimana.
I Dubbi dell’Opposizione
Non mancano le critiche da parte dell’opposizione. Gian Domenico Caiazza, ex presidente dell’Unione delle Camere Penali, ha sottolineato come questo sia il quindicesimo annuncio di una riforma costituzionale dall’inizio della legislatura, chiedendo: “Come mai non c’è ancora un testo scritto?”
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha espresso scetticismo sulla realizzazione della riforma con l’attuale governo, definendo l’azione del ministro Nordio come “chiacchiericcio”. Anche Enrico Costa di Azione ha parlato di un “scopo evidentemente dilatorio”, criticando il fatto che si debba ripartire daccapo nonostante il lavoro già svolto in Parlamento.
Una Storia di Tentativi Falliti
Il percorso verso la separazione delle carriere è stato segnato da numerosi tentativi falliti. La riforma Castelli del 2002, ad esempio, non riuscì a raggiungere l’obiettivo a causa di profili di incostituzionalità segnalati dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Anche il governo Prodi nel 2007 e i Radicali nel 2013 tentarono senza successo.
Nel 2022, il referendum anti-porte girevoli lanciato da Lega e Radicali non raggiunse il quorum necessario. Oggi, nonostante un apparente accordo politico, manca ancora un testo capace di reggere le quattro letture in Parlamento e un eventuale referendum.
La Necessità di un Approccio Graduale
Carlo Nordio, consapevole delle difficoltà, cerca una formula che possa superare le resistenze interne ed esterne. Il suo approccio, più dialogante che conflittuale, potrebbe essere la chiave per avanzare in un terreno così delicato. Tuttavia, le incognite restano molte.
Il governo Meloni deve bilanciare le pressioni interne alla maggioranza con le critiche dell’opposizione e le resistenze della magistratura. Un equilibrio difficile da raggiungere, ma necessario per evitare l’ennesimo fallimento.
Prossimi Passi e Prospettive
La prossima settimana sarà cruciale per capire se il dialogo con l’Anm potrà portare a un avvicinamento delle posizioni. Dal 10 al 12 maggio, l’Associazione Nazionale Magistrati si riunirà in congresso e le loro dichiarazioni saranno indicative della possibilità di collaborazione.
Il governo osserva con interesse, pronto a ritarare la propria strategia in base alle reazioni della magistratura. La riforma della giustizia potrebbe essere alla portata, ma solo se si riuscirà a superare le storiche divisioni e a trovare un compromesso accettabile per tutte le parti coinvolte.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se la riforma della giustizia potrà finalmente vedere la luce o se sarà l’ennesimo tentativo fallito in una lunga serie di proposte rimaste sulla carta.