Commemorazioni e polemiche: il ricordo di Mussolini divide l’Italia
In diverse città italiane si sono tenute manifestazioni per ricordare Benito Mussolini, suscitando reazioni contrastanti nell’opinione pubblica e nel panorama politico. A Giulino di Mezzagra, luogo dell’esecuzione del dittatore, centinaia di persone hanno reso omaggio alla sua figura. Analoghe celebrazioni si sono svolte a Predappio, città natale di Mussolini, e a Dongo, teatro dell’arresto del dittatore e dei suoi collaboratori da parte dei partigiani nel 1944. Quest’ultimo evento è stato segnato da una marcia di neofascisti vestiti di nero, che hanno deposto rose in acqua in memoria dei funzionari del governo fascista giustiziati e hanno eseguito il saluto romano.
La contrapposizione di “Bella Ciao”
Le commemorazioni hanno visto la presenza di contro-proteste, in particolare a Dongo, dove gruppi antifascisti hanno intonato “Bella Ciao”, simbolo della Resistenza italiana contro il fascismo. La polizia ha dovuto intervenire per mantenere separate le due fazioni, evidenziando la tensione ancora viva attorno alla figura di Mussolini e al suo lascito storico.
Nel frattempo, la premier italiana Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, partito di destra che trae origine dal Movimento Sociale Italiano post-fascista, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee durante una conferenza a Pescara. Meloni ha cercato di distanziare il suo partito dalle origini neofasciste, condannando la soppressione della democrazia sotto il fascismo e affermando che la destra ha relegato il fascismo alla storia.
Critiche e accuse nel panorama politico
Dalle pagine politiche emerge un quadro di accusa e difesa. Da un lato, Meloni ha criticato la sinistra, accusandola di rappresentare una minaccia totalitaria per l’Italia, facendo riferimento a una denuncia formale presentata dal Partito Comunista contro le tendopoli erette a Pescara per il raduno di Fratelli d’Italia. Dall’altro, il presidente del Senato Ignazio La Russa, spesso al centro delle polemiche per non aver preso posizioni anti-fasciste, ha difeso la presenza in casa sua di un busto di Mussolini, ereditato dal padre e poi donato alla sorella, sottolineando la presenza di figure storiche diverse, da Stalin a De Gasperi.
La Russa ha poi rivolto critiche allo scrittore Antonio Scurati, autore di successo per i suoi lavori su Mussolini, dopo che un suo monologo contro il governo di Meloni è stato bloccato dalla Rai in occasione della Festa della Liberazione. Scurati aveva accusato Meloni e il suo partito di non aver mai preso una distanza netta dal fascismo, a cui La Russa ha risposto con ironia, suggerendo a Scurati di scrivere una trilogia su Stalin.
Un’Italia divisa tra passato e presente
Le commemorazioni in onore di Mussolini e le reazioni che ne sono seguite riflettono una nazione ancora profondamente divisa sulle valutazioni del proprio passato fascista. Mentre alcuni vedono nella memoria di Mussolini motivo di orgoglio o di riflessione storica, altri la considerano un’occasione per ribadire i valori della Resistenza e dell’antifascismo.
La politica italiana si trova così a navigare tra il rispetto della libertà di espressione e la necessità di mantenere viva la condanna del fascismo, in un equilibrio delicato tra passato e presente. Le dichiarazioni di esponenti politici come Meloni e La Russa mostrano come il dibattito sul fascismo rimanga un tema sensibile e polarizzante, capace di influenzare non solo la memoria collettiva ma anche l’attuale scenario politico italiano.