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Monitoraggio e attività recente dei Campi Flegrei: un confronto con il passato
Il territorio dei Campi Flegrei è nuovamente al centro dell’attenzione degli esperti di vulcanologia, a causa di una serie di fenomeni sismici e di sollevamento del suolo che ricordano da vicino la crisi vulcanica degli anni ’82-’84. Il vulcanologo Roberto Sulpizio, con un approccio cauto ma informato, ha recentemente condiviso la sua analisi sull’evoluzione della situazione attuale, evidenziando come, nonostante gli evidenti segni di attività, non ci siano motivi immediati per allarmismo.
Le misurazioni effettuate dall’Osservatorio Vesuviano hanno registrato, soprattutto ad aprile, due significativi ‘scatti’ nel sollevamento del suolo, accompagnati da un’intensa attività sismica. Questi fenomeni non sono nuovi per l’area dei Campi Flegrei, caratterizzata da un’alternanza di fasi di abbassamento e innalzamento del terreno. Il professor Sulpizio ha sottolineato come il sollevamento non sia un processo continuo ma proceda a scalini, con periodi di relativa quiete seguiti da nuove fasi di attività.
La situazione attuale a confronto con la crisi del ’82-’84
Analizzando la crisi vulcanica degli anni ’82-’84, il vulcanologo ha evidenziato come anche allora si siano verificate condizioni simili a quelle odierne, con la differenza che i parametri deformativi e sismici raggiunsero allora livelli di intensità superiori. Nonostante ciò, la crisi si risolse senza ulteriori conseguenze, con un progressivo rientro dell’attività vulcanica. Questo precedente storico serve da riferimento per interpretare gli eventi attuali, mantenendo una prospettiva equilibrata tra allerta e conoscenza scientifica.
Le ricerche e le osservazioni continue permettono agli scienziati di monitorare i cambiamenti, anche minimi, nell’area dei Campi Flegrei, uno dei vulcani più sorvegliati al mondo. La capacità di rilevare ogni variazione offre una sicurezza significativa nella gestione della situazione attuale. I parametri geochimici, per esempio, non hanno mostrato grandi cambiamenti, un fattore ritenuto fondamentale da Sulpizio per valutare lo stato di attività del vulcano.
Le possibilità di eruzioni e la ricerca scientifica
Quanto alla possibilità di un’eruzione nei prossimi mesi, la risposta degli esperti rimane prudentemente aperta. Sulpizio ha rimarcato come, sebbene non vi siano segnali immediati di una tale eventualità, la situazione meriti un’attenzione costante. Inoltre, ha evidenziato l’importanza delle ricerche in corso, anche al di fuori dell’Italia, per comprendere meglio le dinamiche delle eruzioni non magmatiche, come quelle freatiche, che possono avvenire ai Campi Flegrei.
Le zone di risalita idrotermale, come Pisciarelli e la Solfatara, sono soggette a monitoraggio intenso per rilevare eventuali cambiamenti che potrebbero indicare l’accumulo di gas e una conseguente sovrappressione. Questi fenomeni potrebbero teoricamente portare a piccole o grandi esplosioni, la cui probabilità è difficile da prevedere ma è oggetto di studio costante.
L’approccio della Commissione Grandi Rischi
La Commissione Grandi Rischi, attenta alle evoluzioni nel campo della vulcanologia e alla sicurezza della popolazione, ha espresso interesse nell’approfondire la conoscenza sulle eruzioni freatiche e sulle dinamiche dei vulcani in generale. Questo impegno riflette la volontà di basare le decisioni di prevenzione e intervento su una solida base scientifica, integrando le conoscenze tradizionali con le più recenti scoperte in campo geologico e vulcanologico.
Il lavoro di scienziati come Sulpizio e l’attività di osservazione e ricerca svolta a livello internazionale costituiscono elementi chiave nella gestione dei rischi vulcanici. La situazione dei Campi Flegrei rimane un importante caso di studio che, oltre a richiedere un monitoraggio costante, offre l’opportunità di ampliare la nostra comprensione dei fenomeni vulcanici e di migliorare le strategie di prevenzione per la sicurezza delle comunità esposte a tali rischi.